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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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14.214.2LE PRINCIPALI EVIDENZE<br />

L’inquinamento acustico, secondo definizione riportata in normativa, è da intendersi come<br />

l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo ed esterno tale da provocare fastidio o disturbo al<br />

riposo ed alle attività umane e costituire pericolo per la salute e per l’ambiente. Pertanto<br />

l’esposizione al rumore assume primaria importanza nelle aree metropolitane, laddove è più facile<br />

che si raggiungano livelli elevati, tali da determinare l’insorgenza di fastidio o di danno. Tale tipo di<br />

inquinamento urbano varia in modo sostanziale da una città all’altra e nella stessa città da una zona<br />

all’altra, in funzione di svariati fattori quali la densità della popolazione, le caratteristiche dei flussi<br />

veicolari, la presenza di attività industriali, la densità delle attività commerciali, la morfologia del<br />

territorio etc. Il rumore è stato sempre considerato un problema di natura locale, con diversa<br />

sensibilità in funzione della cultura, delle abitudini di vita, ecc. e tutto ciò si riflette nella non<br />

univoca definizione dei valori limite nell’ambiente da parte delle normative dei vari Paesi.<br />

14.2.1 LO 14.2.1 <strong>STATO</strong> LO <strong>STATO</strong><br />

All’interno di questa sezione si fa riferimento alla misura della qualità dell’ambiente acustico<br />

nell’area urbana ed extraurbana, valutabile sulla base dei risultati di specifiche campagne di misura.<br />

Infatti non essendo ancora stato valutato per la regione <strong>Lazio</strong> l’indicatore “Popolazione esposta a<br />

livelli di rumore superiori ai limiti” che stima la quota di popolazione esposta a livelli continui<br />

equivalenti di rumore superiori a 55 dBA nel periodo notturno e 65 dBA in quello diurno (valori<br />

assunti quale riferimento per i centri abitati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, al di sopra<br />

dei quali si può ritenere che la popolazione risulti disturbata), sono le campagne di misura a fornire<br />

indicazioni sullo stato dell’inquinamento acustico.<br />

SCHEDA 1<br />

La normativa di riferimento<br />

Nel DPCM 14/11/97, in ottemperanza a quanto disposto dalla L.n.447/95, la Legge quadro<br />

sull’inquinamento acustico che ha definito criteri generali di valutazione, obiettivi di qualità e linee<br />

di intervento, vengono individuati i valori limite delle sorgenti sonore articolati, secondo<br />

l’impostazione di cui al precedente DPCM 1 marzo 1991, in funzione di 6 classi di destinazione<br />

d’uso del territorio alle quali corrispondono altrettanti valori limite da rispettare nei due periodi di<br />

riferimento (notturno e diurno).<br />

RUMORE<br />

359<br />

I valori limite assoluti di immissione sono definiti come i livelli massimi di rumore che possono<br />

essere immessi da una o più sorgenti sonore nell’ambiente esterno, misurati in prossimità dei ricettori<br />

ed espressi secondo i parametri definiti dalle norme vigenti in termini di livello continuo equivalente<br />

di pressione sonora in curva di ponderazione “A”, misurato in dB e riferito ai periodi diurno (LAeq,<br />

d) e notturno (LAeq, n).<br />

Tempi di riferimento<br />

Classi di destinazione d’uso del territorio Diurno (6 ÷ 22)<br />

(dBA)<br />

Notturno (22 ÷ 6)<br />

(dBA)<br />

I Aree particolarmente protette 50 40<br />

II Aree prevalentemente residenziali 55 45<br />

III Aree di tipo misto 60 50<br />

IV Aree di intensa attività umana 65 55

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