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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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SCHEDA 2<br />

I gamberi autoctoni e alloctoni nelle acque interne del <strong>Lazio</strong><br />

I gamberi d’acqua dolce fanno parte di un gruppo relativamente omogeneo di crostacei decapodi che<br />

annoverano anche specie marine di notevole interesse economico. I gamberi d’acqua dolce sono<br />

identificabili in tre famiglie (Astacidae, Cambaridae e Parastacidae ) che comprendono i gamberi sia di<br />

acqua dolce che salmastra dell’ emisfero boreale e di quello australe. Alla fauna europea appartengono<br />

poche specie raggruppate in 1 o 2 generi (Astacus e Austropotamobius).<br />

Un recentissimo studio effettuato dalla <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> sulla distribuzione, nel territorio della <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lazio</strong>, del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) (A.Bonifazi et al.in corso di stampa), una<br />

specie autoctona che predilige ambienti non inquinati, così da risultare un valido indicatore ecologico<br />

delle acque correnti, ha evidenziato che tra le alterazioni subite dagli ambienti abitati dal gambero di<br />

fiume nostrano il fenomeno preoccupante, che sta assumendo sempre maggiore importanza, riguarda<br />

l’immissione incontrollata di specie alloctone di gamberi. Infatti le specie esotiche ritrovate nei nostri<br />

corsi d’acqua hanno rapidamente colonizzato questi corpi idrici e in alcuni casi soppiantato il nostro<br />

gambero di fiume rispetto al quale mostrano una più ampia valenza ecologica, una maggiore resistenza<br />

agli agenti patogeni, strutture più funzionali e competitive. Inoltre la maggior parte delle specie<br />

alloctone raggiunge la maturità sessuale in età più precoce e produce un numero di uova molto più<br />

elevato, aumentando cosi’ sensibilmente la potenzialità di affermazione rispetto all’ Austropotamobius<br />

pallipes, con il rischio che possano occupare in toto la nicchia ecologica del gambero di fiume come è<br />

già avvenuto in altri paesi europei.<br />

Dal 1988 la specie è protetta sul territorio regionale in conformità alla L.R. 5.4.1988, n. 18 ‘Tutela di<br />

alcune specie della fauna minore.<br />

Le specie più frequentemente rivenute nei corsi d’acqua del <strong>Lazio</strong> sono:<br />

BIOSFERA<br />

400<br />

IL GAMBERO TURCO (ASTACUS LEPTODACTYLUS)<br />

E’ arrivato in Italia importato dalla Turchia quando la nostra specie indigena ha iniziato il declino. Nel<br />

<strong>Lazio</strong> una ben strutturata popolazione si è insediata nel bacino artificiale del Salto (RI), e sta<br />

colonizzando anche il bacino del Turano (RI) e il lago di Bolsena (VT).<br />

IL GAMBERO ROSSO <strong>DEL</strong>LA LOUISIANA (PROCAMBARUS CLARKII)<br />

E’ arrivato in Europa nel 1973 importato in Spagna dalla Louisiana. La diffusione in Italia è iniziata<br />

attraverso canali mercantili. Questa specie, a causa delle introduzioni errate operate dall’uomo, si è ben<br />

integrata negli ecosistemi colonizzati, ove viene pescato e commercializzato, causando danni ecologici<br />

ed economici di notevole entità, in seguito non facilmente riparabili. Si tratta di una specie piuttosto<br />

aggressiva (è conosciuto con il nome di gambero killer) che danneggia seriamente specie ittiche<br />

pregiate, disturbandole soprattutto nel periodo di frega. Inoltre a causa della sua abitudine di scavare il<br />

fondo e gli argini in terra di canali e corsi d’acqua, provoca piccoli smottamenti e frane. Nel <strong>Lazio</strong> si è<br />

ben insediato nei canali e nei laghi della Piana Reatina e dell’Agro Pontino, nel lago di Bolsena, nel<br />

tratto iniziale del fiume Marta (VT), nel Tevere immediatamente a nord della città di Roma, e<br />

all’interno di alcune ville di Roma.<br />

IL GAMBERO AMERICANO COMUNE (ORCONECTES LIMOSUS)<br />

E’ stato importato in Europa dalla Pennsylvania nel 1980. Sembrerebbe essere uno dei vettori della<br />

“peste del gambero”, come portatore sano del suo agente patogeno , il fungo Aphanomyces astaci, che<br />

ha decimato intere popolazioni di Austropotamobius pallipes. Nel <strong>Lazio</strong> una popolazione stabile è<br />

presente nel lago del Salto e del Turano.

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