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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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Per quanto attiene alla difesa dei litorali, tra il 1985 e il 2000 sono stati portati a termine<br />

interventi di ripascimento che hanno interessato 65,5 km di costa, per una spesa di circa 130<br />

milioni di euro. Per il triennio 2000-2003 sono stati programmati numerosi altri interventi,<br />

alcuni dei quali già portati a termine, per un investimento complessivo di oltre 79 milioni di<br />

euro. La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> ha inoltre finanziato due importanti studi, ancora in corso, sugli<br />

habitat di fondale, affidato all’ICRAM (0,9 milioni di euro), e sulle cave marine del <strong>Lazio</strong><br />

condotto dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (1 milione di euro).<br />

In tema di rischio sismico la <strong>Regione</strong> ha finanziato una serie di studi di microzonazione<br />

sismica sul territorio di alcuni comuni scelti come rappresentativi di diverse situazioni<br />

geologiche. Inoltre è stata anche predisposta la Riclassificazione Sismica da un Gruppo di<br />

Lavoro Regionale, successivamente approvata con D.G.R. n.766 del 1 agosto 2003. La nuova<br />

riclassificazione è improntata su principi di maggiore cautela e sicurezza e prevede che:<br />

- il 98,2% dei Comuni del <strong>Lazio</strong> è dichiarato sismico, a fronte del 73,4% della<br />

classificazione del 1983;<br />

- le aree ad alto rischio sismico (zone sismiche 1 e 2) sono passate dal 73,5% della<br />

classificazione del 1983 al 77,8% della nuova riclassificazione regionale.<br />

Per quanto concerne la problematica dei siti contaminati, il principale strumento strategico e<br />

programmatico è il “Piano degli interventi di emergenza per l’intero territorio del <strong>Lazio</strong>”<br />

(Decreto del Commissario Delegato n.65 del 15.7.2003), il quale riprende i contenuti del<br />

vigente “Piano di gestione dei rifiuti della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>”, approvato con Deliberazione del<br />

Consiglio Regionale n. 112 del 10.7.2002, comprendente anche le azioni da intraprendere per<br />

gli “Interventi urgenti di bonifica dei siti contaminati”. Il Piano ha individuato come azioni<br />

prioritarie l’elaborazione dei Piani di caratterizzazione, la bonifica e la messa in sicurezza dei<br />

siti maggiormente contaminati, l’aggiornamento dell’anagrafe dei siti e delle relative priorità.<br />

Per il raggiungimento di questi obiettivi il Commissario ha costituito una apposita struttura,<br />

impegnando le risorse già disponibili, e ha elaborato un Piano finanziario per il reperimento di<br />

ulteriori fondi da destinare agli interventi strutturali, in gran parte resi disponibili dal DOCUP<br />

Obiettivo 2 <strong>Lazio</strong> 2000-2006 e dall’Accordo di Programma Quadro “Aree sensibili: difesa del<br />

suolo – tutela della costa – sistemi della depurazione e reti fognarie” (siglato dalla <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lazio</strong>, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e Ministero dell’Economia e<br />

delle Finanze). In concreto, con la costante collaborazione di Arpalazio, sono stati predisposti<br />

progetti e sono in fase di realizzazione interventi di bonifica e recupero ambientale in 38 siti<br />

specifici distribuiti sull’intero territorio laziale, identificati come siti maggiormente<br />

contaminati, fra i quali 30 discariche (2 abusive), 7 siti o stabilimenti industriali (dismessi e<br />

non) e un’area inquinata. Inoltre, è stato aggiornata l’anagrafe dei siti e delle relative priorità,<br />

così da programmare anche nel futuro efficaci politiche di intervento.<br />

GEOSFERA<br />

243<br />

Infine, l’attività estrattiva nel <strong>Lazio</strong> giunge oggi ad un momento di svolta grazie alla<br />

convenzione siglata tra l’Agenzia Sviluppo <strong>Lazio</strong> ed il Centro dei rischi idrogeologici<br />

dell’Università “La Sapienza” di Roma, poiché è stata avviata la stesura del Piano regionale<br />

delle attività estrattive, atteso da diversi anni, quale strumento di rilevanza strategica per i<br />

temi legati a sicurezza e ambiente, alla qualità della vita degli abitanti, al rilancio di imprese,<br />

occupazione e indotto. Il Piano prevede inizialmente la realizzazione di un’indagine<br />

conoscitiva su tutte le cave del <strong>Lazio</strong> (operatori, materiali, autorizzazioni, localizzazioni,<br />

dettagli cartografici), per poi evidenziare i vincoli esistenti: paesaggistici, idrogeologici, e<br />

riguardo le aree protette, la viabilità, l’urbanizzazione, l’inquinamento acustico ed<br />

atmosferico.

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