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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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Le onde elettromagnetiche, rappresentano una forma di propagazione di energia nello spazio, sono<br />

classificabili tra gli inquinanti fisici e si differenziano sulla base della frequenza espressa in hertz<br />

(Hz), ovvero il numero di oscillazioni che l’onda compie in un secondo.<br />

La problematica relativa all’inquinamento elettromagnetico riguarda in special modo le radiazioni<br />

non ionizzanti NIR (vale a dire quelle che non comportano ionizzazione della materia) comprese<br />

nella banda di frequenza 0-300 GHz. In particolare, poiché i meccanismi di interazione, e quindi gli<br />

effetti biologici, sono strettamente dipendenti dalla frequenza del campo elettromagnetico e,<br />

naturalmente, dalla sua intensità, per affrontare il problema conviene fare riferimento alla<br />

suddivisione dello spettro in basse frequenze (da 0 Hz a 10 kHz) e in alte frequenze (da 10 kHz a<br />

300 GHz). In tale ambito, da un punto di vista protezionistico, assumono maggior interesse le onde<br />

a bassa frequenza ELF, (Extremely Low Frequencies ) comprese tra 30 Hz e 300 Hz, e quelle ad<br />

alta frequenza (RF, Radiofrequenze, e MO, Microonde) tra 30 KHz e 300 GHz.<br />

Le sorgenti di maggior interesse dal punto di vista dei rischi connessi all’esposizione della<br />

popolazione sono costituite dalle linee ad altissima (AAT) e ad alta tensione (AT) utilizzate per il<br />

trasporto e la distribuzione di energia elettrica e dagli elettrodomestici. Tuttavia mentre le linee ad<br />

alta ed altissima tensione possono essere la causa di elevati livelli di esposizione uniformi e<br />

prolungati, l’esposizione ai campi elettrici e magnetici generati da alcuni elettrodomestici, anche in<br />

ragione della distanza tra sorgente e soggetti esposti, è generalmente non uniforme nelle diversi<br />

parti del corpo e quasi sempre di breve durata, così da non rappresentare un significativo rischio<br />

espositivo.<br />

I campi elettromagnetici a RF e a MO sono legati soprattutto alla presenza di impianti dedicati alle<br />

radiotelecomunicazioni, come i ripetitori radio, radiotelevisivi, e impianti per la telefonia cellulare.<br />

Gli impianti per la diffusione radiofonica e radiotelevisiva (RT), più potenti, sono in genere<br />

collocati in aree non urbanizzate (e in altura), mentre le stazioni radio base (SRB) per la telefonia<br />

cellulare sono molto diffuse in ambiente urbano. Quest’ultime, tuttavia, danno luogo ad<br />

un’esposizione meno significativa di quella dovuta ad impianti per la diffusione radiofonica e<br />

radiotelevisiva in quanto hanno una potenza in antenna molto più bassa ed una emissione molto più<br />

direzionata. L'Italia può essere rappresentato come un Paese a rischio, dal momento che presenta<br />

più di 60.000 impianti dedicati alle radiotelecomunicazioni (le stazioni radio base non sono state<br />

complessivamente censite) su tutto il territorio, un numero maggiore della media degli altri Paesi<br />

europei. Tale dato, tuttavia deve essere considerato anche alla luce della particolare orografia del<br />

territorio italiano che impone un notevole frazionamento del numero degli impianti emittenti al fine<br />

di garantire la copertura del segnale e quindi il servizio sull’intero paese.<br />

RADIAZIONI NON IONIZZANTI<br />

339<br />

Nel 2003, nella regione <strong>Lazio</strong>, sono stati riscontrati 7 casi di superamento dei limiti normativi per<br />

gli impianti di telecomunicazione, rispettivamente 4 in provincia di Frosinone, 2 in quella di Latina<br />

e 1 in quella di Roma, per il quale è già stata portata a termine l’azione di risanamento. Non si sono<br />

verificati, invece, casi di superamento dei limiti per il campo elettrico e magnetico generati da<br />

elettrodotti e/o sorgenti assimilate.<br />

13.2.2 13.2.2 LE DETERMINANTI LE DETERMINANTI, LE PRESSIONI LE PRESSIONI E GLI E GLI IMPATTI<br />

Nel <strong>Lazio</strong> sono stati censiti 2.862 impianti per le radiotelecomunicazione, di cui 2.438 macrocelle, i<br />

tradizionali ripetitori per la telefonia mobile tra cui 768 impianti di ultima generazione a tecnologia<br />

Umts, e 424 microcelle, impianti con potenze più basse, di solito posti su semafori o lampioni<br />

stradali. Nella regione <strong>Lazio</strong> non sono stati ancora installati impianti a microcella per la tecnologia<br />

Umts pur essendo previsto il loro utilizzo in via sperimentale entro la fine del 2004.

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