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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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TEMA<br />

INDICATORE<br />

GEOSFERA – RISCHIO NATURALE<br />

RADON<br />

Gli studi e le ricerche svolte dalla <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> sul problema del gas radon partono<br />

dall’ipotesi che la sua maggiore diffusione avvenga per cause geologiche, sostanzialmente<br />

legate alla risalita dei fluidi gassosi lungo le fratture presenti nella parte crostale. La diversa<br />

origine delle rocce, che caratterizzano il territorio regionale, associata alla complessa<br />

situazione tettonico-strutturale, consente di definire a priori le aree maggiormente indiziate<br />

per la trasmigrazione dei geogas verso la superficie.<br />

Il Servizio Geologico della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> in stretta collaborazione con il Dipartimento di<br />

Scienze della Terra dell’Università di Roma “La Sapienza”, ha avviato e portato a termine<br />

diversi progetti di ricerca al fine di censire e studiare le zone caratterizzate da un elevato<br />

flusso di gas nocivi, quali, fra l’altro, l’anidride carbonica (CO 2 ), l’idrogeno solforato (H 2 S) e<br />

il Radon (Rn).<br />

GEOSFERA<br />

260<br />

Provincia<br />

Rieti<br />

Roma<br />

Viterbo<br />

Comuni interessati<br />

Castel S. Angelo<br />

Marino, Ciampino, Pomezia, Anzio,<br />

Roma e Fiumicino<br />

Vejano, Viterbo, Latera e Valentano<br />

Tabella 12. Zone indagate dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” in collaborazione con la <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>.<br />

Fonte: <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>.<br />

In particolare, mediante tre diverse convenzioni tra <strong>Regione</strong> e Università, il territorio dei<br />

Comuni di Ciampino e Marino è stato completamente investigato ed analizzato in forma<br />

innovativa e non invasiva (prelievo di campioni di aria dal suolo), giungendo alla<br />

realizzazione di una mappa dettagliata delle aree risultate ad elevata presenza di Rn e di CO 2<br />

e, quindi, interessate dalle macro e micro fughe di gas da serbatoi profondi. Inoltre sono state<br />

eseguite misure di campioni di aria nelle abitazioni private ed in alcune scuole per stabilire sia<br />

la presenza di gas nocivi per accumulo negli ambienti chiusi e/o scarsamente areati, come il<br />

radon e l’anidride carbonica, sia il rapporto fra i criteri costruttivi ed il passaggio dei gas dal<br />

suolo all’interno degli edifici. L’insieme dei dati acquisiti ha permesso di redigere per i<br />

territori comunali di Ciampino e Marino, una mappa con la delimitazione delle zone che<br />

presentano una eccessiva concentrazione rispetto alla media regionale di gas radon nel suolo e<br />

che meritano quindi un maggiore livello di attenzione. I risultati ottenuti sui territori di questi<br />

due Comuni campione, pubblicati anche su riviste scientifiche internazionali, hanno<br />

contribuito a fornire il necessario supporto scientifico e sperimentale alla legge, all’esame del<br />

Consiglio regionale, sulla “prevenzione e salvaguardia dalle emissioni di gas radon”.<br />

Un approfondito monitoraggio sulla quasi totalità del territorio laziale è stato recentemente<br />

compiuto da Arpalazio, sulla base di un progetto co-finanziato con fondi UE resi disponibili<br />

dal DOCUP Obiettivo 2 <strong>Lazio</strong> 2000-2006 (Asse I “Valorizzazione ambientale”), proprio al<br />

fine di individuare le aree a rischio di alte concentrazioni di Radon e di supportare gli Enti<br />

locali nelle attività di controllo, informazione e eliminazione / mitigazione del rischio Radon.<br />

In particolare, il progetto prevede lo sviluppo di azioni di monitoraggio e di elaborazione dei<br />

dati territoriali che permettano di giungere alla costruzione di una base conoscitiva oggettiva,<br />

come strumento fondamentale per la definizione delle politiche di prevenzione a livello<br />

locale.

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