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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE<br />

Il territorio regionale del <strong>Lazio</strong> presenta una superficie di circa 17.228 km 2 e si colloca in posizione<br />

centrale nella penisola, tra i 41°11’ circa e i 42°50’ latitudine Nord. Il <strong>Lazio</strong> presenta una<br />

popolazione residente di 5.145.805 abitanti con una densità territoriale di 296,7 ab/km 2 . Da un<br />

punto di vista amministrativo è diviso nelle 5 province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo,<br />

ed in 378 comuni. Capoluogo di regione è Roma che, con i suoi 2.564.804 abitanti, pari al 50,2%<br />

dell’intera popolazione regionale, è il comune più popoloso d’Italia. Un inquadramento geografico<br />

del <strong>Lazio</strong> non può che mostrare come l’orografia, la geologia, l’idrografia e il clima, alla luce delle<br />

vicende del passato e degli orientamenti attuali danno luogo a tutta una serie di partizioni territoriali<br />

disomogenee.<br />

INQUADRAMENTO TERRITORIALE<br />

26<br />

Dal punto di vista geologico i rilievi prevalentemente calcarei (monti Reatini, catena di M. Velino,<br />

Sabini, Prenestini, Ernici, Simbruini, versanti meridionali della Meta e delle Mainarde, fino ai<br />

Lepini, Ausoni e Aurunci), che si allineano al margine del sistema appenninico principale,<br />

costituiscono la porzione più antica del territorio regionale. Di formazione molto più recente sono le<br />

aree collinari, in gran parte vulcaniche (monti della Tolfa e Ceriti, Volsini, Cimini e Sabatini, Colli<br />

Albani) e le pianure (Maremma Laziale, Campagna Romana, Agro Pontino, Piana di Fondi, Piana<br />

del Garigliano), che giungono alle coste tirreniche.<br />

Nel Quaternario, l’esplosione del vulcanismo, risulta determinante per l’assetto strutturale<br />

dell’odierno <strong>Lazio</strong>. Nonostante siano riconoscibili colate laviche più o meno estese, l’attività più<br />

accentuata fu l’emissione di materiale piroclastico (lapilli e ceneri) che, ricadendo al suolo o<br />

accumulandosi per trasporto fluviale, ha dato luogo a quelle formazioni di tufi che si rinvengono<br />

nell’area romano-viterbese. Il vulcanismo, mentre in superficie ha dato vita ad un suolo agrario tra i<br />

più favorevoli per le colture ortive e vitivinicole, in profondità ha comportato la formazione di una<br />

roccia litoide ampiamente sfruttata come materiale edilizio.<br />

Il complesso panorama geologico del territorio laziale si riflette sulla pedologia, l’idrografia e la<br />

biogeografia; il tutto si riassume nei lineamenti morfologici e più ampiamente nella tipologia di<br />

paesaggi.<br />

Per quanto riguarda il reticolo idrografico i due corsi d’acqua principali sono il Tevere, terzo fiume<br />

italiano, e il Sacco-Liri.<br />

La parte settentrionale e quella centrale del territorio regionale sono drenate dal Tevere, i cui<br />

affluenti principali sono il Nera (che non appartiene al territorio regionale ma raccoglie le acque del<br />

Velino e dei suoi tributari Salto e Turano) l’unico con orientamento normale all’asta fluviale<br />

principale, e l’Aniene.<br />

Il versante esterno degli apparati vulcanici settentrionali è drenato dal Fiora, l’Arrone, il Marta, il<br />

Mignone e altri torrenti minori.<br />

A sud, il Sacco-Liri funge da collettore delle valli che incidono l’allineamento montuoso Ernici-<br />

Meta-Mainarde mentre l’Amaseno drena il versante orientale di Lepini e Ausoni sfociando nella<br />

pianura pontina; quest’ultima costituisce una singolare area di idrografia artificiale, essendo<br />

percorsa o da canali di bonifica o da alvei fluviali regolarizzati.<br />

Una componente geografica di estrema importanza nell’ambiente laziale è rappresentata dai laghi,<br />

riconducibili essenzialmente a tre diverse tipologie: laghi craterici, carsici, di sbarramento litoraneo.<br />

I più antichi sono certamente i laghi vulcanici, formatisi all’interno di antiche cinte crateriche più o<br />

meno demolite e fuse tra loro. I principali sono quello di Bolsena, di Bracciano, di Vico e i piccoli<br />

laghi di Mezzano, Monterosi, Martignano, a nord, e Albano e Nemi a sud. Tra i laghi carsici i più<br />

importanti sono quelli di Rascino e Canterno mentre tra quelli costieri meritano attenzione le lagune<br />

della pianura pontina ed il lago di Fondi, ridottosi di dimensioni ed ormai lontano dal mare.<br />

Questi bacini sono tutti ad alimentazione pluviale salvo qualche modestissimo corso d’acqua per<br />

Bolsena ed alcune piccole sorgenti per Bracciano.

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