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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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Alla fine del 2003, sul territorio regionale risultavano censiti 520 siti, ripartiti tra contaminati<br />

(230), potenzialmente contaminati (241), bonificati (30), da classificare (19). Le province<br />

maggiormente interessate sono quelle di Roma (190 siti) e Frosinone (176), mentre le<br />

tipologie più diffuse sono quella delle discariche (144 di cui 69 nella sola provincia di<br />

Frosinone) e quella dei punti vendita carburante (148 di cui 95 nella provincia di Roma).<br />

Nonostante il numero complessivo sia in continuo calo, la presenza di una quantità elevata di<br />

punti vendita carburante permane come fattore potenzialmente inquinante sul territorio<br />

regionale. In particolare in provincia di Roma vi sono 1387 impianti (circa il 65% del totale<br />

regionale), in larga misura concentrati all’interno del solo territorio comunale della capitale,<br />

con una densità pari a quasi 26 punti vendita ogni 100 km 2 .<br />

Oltre ai siti contaminati o potenzialmente contaminati l’analisi delle pressioni su suolo e<br />

sottosuolo deve tenere conto anche del numero e della diffusione dei siti estrattivi. L’apertura<br />

di una cava costituisce un fattore d’alterazione ambientale di significativa rilevanza, che<br />

comporta una trasformazione profonda del territorio. Inoltre le lavorazioni del materiale nel<br />

sito estrattivo e nei relativi impianti di servizio costituiscono attività potenzialmente<br />

inquinanti. Nel <strong>Lazio</strong> sono presenti 318 siti estrattivi di II categoria. La provincia di Roma è<br />

quella su cui insiste il maggior numero di cave (125), con prevalenza di siti d’estrazione di<br />

travertino (30), pozzolana (23), sabbia e ghiaia (20). Anche le province di Frosinone e Viterbo<br />

sono caratterizzate da un numero elevato di siti; nel primo caso si tratta quasi esclusivamente<br />

di coltivazioni di calcare (62 su 67 totali) mentre nel viterbese prevale l’estrazione di tufo.<br />

11.2.3 11.2.3 LE RISPOSTE LE RISPOSTE<br />

Per quanto riguarda i fenomeni degradativi, è evidente che l’espansione delle città e delle<br />

industrie, la realizzazione di infrastrutture, l’estrazione delle materie prime, l’affermarsi di<br />

un’agricoltura sempre più intensiva rappresentano elementi in grado di esercitare una notevole<br />

pressione sul suolo, mettendo a serio rischio la conservazione delle sue funzioni ecologiche e<br />

funzionali. A tal proposito, le attività antropiche dovrebbero essere programmate in stretta<br />

relazione con le caratteristiche delle varie tipologie pedologiche dei suoli, cioè tenendo conto<br />

della vocazione di un determinato tipo di suolo a sopportare le attività umane. Per tal motivo,<br />

nel presente capitolo si descrivono le principali risposte adottate dalle Amministrazioni<br />

pubbliche, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze territoriali, che comprendono le<br />

azioni di riduzione del rischio idrogeologico, di bonifica idraulica ed irrigazione, di<br />

ripascimento costiero, di bonifica dei siti inquinati e di classificazione sismica.<br />

GEOSFERA<br />

241<br />

Per quanto riguarda il tema della difesa del suolo, le strategie d’intervento si inquadrano<br />

nell’ambito della panificazione di bacino che le 5 Autorità di bacino competenti sul territorio<br />

regionale (Tevere, Liri-Garigliano, Fiora, Tronto, Bacini regionali) elaborano ed approvano<br />

con il contributo tecnico ed istituzionale della <strong>Regione</strong>. Lo strumento pianificatorio<br />

attualmente approvato e vigente su tutto il territorio regionale è il Piano Straordinario per<br />

l’Assetto Idrogeologico, previsto dal D.L. 180/98 e convertito in Legge 267/98. Sebbene<br />

ciascuna delle 5 Autorità di bacino si stia oggi dotando del Piano di Assetto Idrogeologico,<br />

individuato dalla Legge 183/1989 come strumento di pianificazione ordinaria della difesa del<br />

suolo e tuttora in fase di concertazione con gli Enti locali, grazie alla programmazione<br />

transitoria sono già stati finanziati 4 programmi di intervento. Inoltre, la <strong>Regione</strong> finanzia<br />

ulteriori programmi elaborati in base agli strumenti di pianificazione di bacino, a normative<br />

nazionali e regionali, nonché ad altri programmi e esigenze specifiche (per esempio, L.R.<br />

60/1990 “Realizzazione e manutenzione di opere idrauliche di preminente interesse<br />

regionale”, oppure L. 236/93, L. 471/94, L. 135/97, CIPE Giubileo Roma).

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