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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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SCHEDA 3<br />

L’acquacoltura nel <strong>Lazio</strong><br />

Con il termine acquacoltura si definisce l’insieme delle pratiche indirizzate alla produzione di organismi<br />

acquatici, mediante l’intervento dell’uomo su una parte o su tutto il ciclo biologico<br />

Rispetto alle tradizioni storiche dell’acquacoltura nazionale, nel <strong>Lazio</strong> ha radici molto più recenti. E’<br />

caratterizzata dalla presenza di diverse tipologie produttive, che comprendono sia la piscicoltura intensiva<br />

(in acque dolci e in acque marine e salmastre), che la molluschicoltura in mare (mitilicoltura).<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> - Tipologie produttive degli impianti di acquacoltura<br />

24,4<br />

1,0<br />

17,1<br />

1,2<br />

22,5<br />

33,7<br />

BIOSFERA<br />

402<br />

Altre specie d'acqua dolce Trote Anguille Specie marine a terra Specie marine in gabbie Mitili<br />

Incidenza percentuale delle diverse tipologie produttive d’impianti d’acquacoltura presenti nel <strong>Lazio</strong> (2003). Fonte: <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>.<br />

Le specie principalmente allevate sono quelle di origine marina e salmastra (spigola e orata per i pesci e<br />

mitili per i molluschi), mentre le specie di acque dolci, che costituiscono le produzioni di più antica<br />

tradizione locale, sono rappresentate essenzialmente dalla trota e in piccola quantità da anguilla e altre<br />

specie minori (ciclidi, ciprinidi).<br />

Gli allevamenti con maggiore tradizione nel <strong>Lazio</strong> sono quelli di acque interne dolci e, in particolare, gli<br />

impianti destinati alla produzione di trote.<br />

La produzione della troticoltura, che nel 2003 si è attestata intorno alle 700 tonnellate, viene realizzata<br />

prevalentemente in provincia di Rieti, dove si contano 4 aziende di un certo rilievo produttivo.<br />

Nell’anguillicoltura l’allevamento dipende dalla pesca in natura di novellame (ceche e ragani): per questa<br />

specie infatti non è praticabile la riproduzione controllata. L’anguillicoltura laziale ha origini relativamente<br />

recenti (almeno 20 anni), che derivano dalla pesca diffusa, sia alla foce dei principali fiumi (Tevere e<br />

Garigliano), che nei laghi costieri dell’Agro Pontino. La disponibilità di novellame, in passato, ha<br />

certamente stimolato la realizzazione di moderni impianti di produzione, in particolare in provincia di Latina<br />

dove l’anguillicoltura ha avuto una importante affermazione. Attualmente il numero degli allevamenti attivi<br />

si è ridotto a un solo impianto, a causa della maggior difficoltà nell’acquisire il materiale da semina, peraltro<br />

sempre più costoso, e della forte concorrenza da parte dei paesi centro nord europei ed asiatici. La<br />

produzione nell’ultimo triennio è fortemente diminuita, fino a raggiungere le 50 tonnellate del 2003.<br />

L’allevamento delle specie marine nel <strong>Lazio</strong> è certamente quello di più recente sviluppo ma, allo stesso<br />

tempo, rappresenta la realtà produttiva più dinamica ed importante.<br />

Sebbene si contino solo quattro aziende, la produzione è andata fortemente crescendo fino alle attuali 2300

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