Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

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È possibile enucleare sinteticamente, con l’ausilio della Tabella precedente, quali sono stati alcuni indirizzi generali che il T.M. di Bologna ha determinato attraverso il tenore dei provvedimenti emessi nel triennio 2006-2008, orientati in primis alla responsabilizzazione del minore e alla modulazione delle disposizioni in base alle caratteristiche dei singoli casi (Tab. 17): - l’affidamento del minore ai Servizi dell’ente locale disposto dal T.M. associato alla misura del collocamento in comunità supera di poco la soglia del 50,0% dei 159 casi; - il supporto psicologico è disposto in oltre il 40,0% dei 68 casi in presenza della sola misura dell’affidamento ai Servizi e decresce con l’approssimarsi per il minore della maggiore età; - con la voce “altro”, presente nel 41,4%, dei decreti, sono stati registrate alcune prescrizioni ad hoc per i minori e l’eventuale prolungamento ai 21 anni delle misure previste. Sono stati allocati in questa stringa anche i “non luoghi a procedere”. Come si è visto, i decreti amministrativi sono concomitanti con altri procedimenti – esauriti o pendenti – sia penali (44,1%, v.a. 82), sia civili (12,9%, v.a. 24): i primi riguardano significativamente oltre la metà dei minori sotto la soglia dell’imputabilità con un richiamo diretto alla valenza di “intervento non penale di recupero della devianza” (Tab. 18). 4.5. Richieste della Procura e decisioni del Tribunale Attraverso l’incrocio su cui è costruita la successiva Tab. 19 si attesta, inoltre, la dialettica tra Procura e Tribunale che, si ritiene non impropriamente, deve presupporre sullo sfondo il ruolo dei Servizi investiti di una gravosa responsabilità nei vari stadi del c.d. “ciclo operativo” dell’intervento giudiziario rieducativo: all’inizio, nell’essere soggetti segnalanti e/o chiamati in causa dalla Procura nella fase di inchiesta, e di nuovo in quella di concreta attuazione del decreto disposto dal Tribunale. Si è detto, fin dall’inizio di questa sezione, che la rilevazione delle informazioni all’interno dei fascicoli ha inteso ricostruire – in modo bilanciato – sia il profilo dei minori e delle loro condotte sia i vari stadi della procedura per dare conto della complessità di questo intervento giudiziario, dove la peculiarità della materia minorile si evince compiutamente: “mentre il giudice ordinario accerta una verità oggettiva e storica, individua la norma e pronunzia facendone applicazione al caso concreto, il giudice minorile accerta sì una verità attuale, ma si tratta di una verità carica di soggettività e assolutamente non statica. Per cui, molte volte, è necessario individuare prima la specie e il contenuto dell’intervento che nel caso concreto si ritiene utile per risolvere la situazione 103
tenendo presente l’interesse del minore, l’interesse della famiglia, l’interesse della società, e successivamente la norma d’applicare” (G. Vaccaro, 208, p. 81). 4.6. Rapporto tra procedimenti penali e amministrativi Un ultimo approfondimento riguarda ancora i minori per i quali sono aperti, contestualmente ai procedimenti amministrati, procedimenti penali. Sono state rilevate (Tab. 20) le notizie di reato alla base dell'azione penale della Procura della Repubblica per poi incrociarle, in questa sede, con i profili che verranno successivamente analizzati, nei quali sono raggruppati i minori secondo i fatti ed i comportamenti ad essi attribuiti. I reati portati a giudizio davanti al Tribunale sono sia contro il patrimonio sia contro la persona e confermano dimensioni e tenore dei due profili più problematici: i consumatori di droghe illegali e gli autori di violenze. 104
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Operatori dei servizi - Area vasta
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