Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

ivolge all’esterno mentre la famiglia si sforza di contenere il malessere, o fatica
a vederlo, e non chiede aiuto. È interessante osservare che, quando segnala,
la scuola chiama in campo le forze dell’ordine (10 su 14; in 4 casi fa appello
anche ai servizi sociali del territorio), evidentemente per reprimere
comportamenti specifici agiti dal minore entro le mura scolastiche, mentre la
famiglia, nei rari tentativi di costruire alleanze, ha comunque i servizi come
riferimento.
Questo aprirebbe uno spazio di lavoro rispetto a quali siano i rapporti tra scuola
e forze dell’ordine, o tra scuola e servizi, quali risorse il territorio metta a
disposizione, ma anche quale comunicazione o fiducia vi sia tra le diverse
agenzie particolarmente quando si tratta di intervenire verso ragazzi di questa
fascia di età, quando è ancora pensabile muoversi in un’ottica preventiva.
Ad esempio, nel 2006 quasi tutte le segnalazioni avevano alle spalle la scuola,
cosa che tende a diminuire nel 2007 e nel 2008, sia in proporzione sia in valore
assoluto, nonostante un consistente aumento delle segnalazioni di
infraquattordicenni e benché 33 ragazzi su 40 abbiano commesso proprio a
scuola le loro irregolarità. Ancora, nel 2006 tutti i minori segnalati erano già noti
al servizio sociale, cosa che risulta un po’ meno vera negli anni successivi.
L’impressione è che questi ragazzi vengano “visti” solo quando i loro
comportamenti vanno decisamente oltre il limite, e che non si sia riusciti a
lavorare con loro in un’ottica di prevenzione. Ipotizzabili differenze tra minori
italiani e stranieri non sono riscontrate nei fatti: l’essere noti al servizio sociale
non dipende dalla provenienza culturale.
Eppure la possibilità di un incontro c’è stata. Tra questi 40 ragazzi, 29 erano
conosciuti dai servizi almeno da un anno prima della segnalazione, in
proporzione circa il 75% del totale (sarà poco più della metà nelle altre fasce di
età) e 11, nel loro percorso, avevano avuto accesso al servizio di
Neuropsichiatria Infantile per una verifica o una vera e propria presa in carico.
3.7. Il procedimento amministrativo
I ricorsi della Procura riportano richieste non significativamente diverse da
quelle che riguardano i più grandi. In questo caso, nel 31% viene richiesta al
Tribunale una valutazione, nel 20% un affidamento ai servizi sociali per un
progetto educativo sul territorio, nel 49% l’inserimento in una comunità
educativa. Nel 5% dei casi viene suggerito un supporto psicologico.
Più in dettaglio, la comunità è proposta per i giovani consumatori di sostanze e
per coloro che hanno commesso violenze fisiche o sessuali; l’affidamento è per
chi infrange le regole scolastiche e familiari o per chi tende a farsi del male; la
valutazione riguarda minori autori di gesti violenti non eclatanti.
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