Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

IX. Il punto di vista degli operatori dei servizi territoriali
e degli Uffici Minori presso le Questure
sui procedimenti ex-art. 25 e 25bis
1. Introduzione
Come indicato nella premessa metodologica il lavoro di indagine, avviato con
l’analisi della documentazione relativa ai minori segnalati per irregolarità della
condotta, si è arricchito con la realizzazione di focus group pensati e
organizzati in una duplice prospettiva: da un lato, informare una serie di
soggetti potenzialmente interessati sul percorso di ricerca in atto e su quanto
andava emergendo dall’analisi dei fascicoli e, dall’altro, raccogliere altre
informazioni utili a costruire un quadro della situazione dei servizi a favore dei
minori.
Grazie a questi incontri è stato possibile incontrare una cinquantina di persone:
‐ i referenti dei Coordinamenti tecnici provinciali su affido, adozione e
tutela 3 : un focus, 9 persone;
‐ gli operatori dei servizi territoriali: tre focus, uno per ogni area vasta
(“centro”, province di Ferrara e Bologna, 6 persone; “ovest”, province
di Modena, Parma, Reggio Emilia e Piacenza, 9 persone; “Romagna”,
province di Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, 6 persone);
‐ i coordinatori degli Uffici minori presso le Questure (un focus con 8
persone),
‐ i magistrati, togati e onorari, del Tribunale per i Minorenni e della
Procura Minorile di Bologna (2 focus, 10 persone).
3 I Coordinamenti tecnici per l’infanzia e l’adolescenza sono stati istituiti con la DGR n.
846/2007 Direttiva in materia di affidamento familiare e accoglienza in comunità di bambini e
ragazzi (Legge 4 maggio 1983 n. 184 e successive modifiche e art. 5 e 35 L. R. 12 marzo 2003
e successive modifiche) che ha unificato le competenze dei diversi organismi tecnici provinciali
dedicati all’infanzia e all’adolescenza, coinvolgendo anche le équipe multiprofessionali presenti
sul territorio.
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