Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa
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2.5. Da vittima ad autore?<br />
Gli stu<strong>di</strong> in ambito vittimologico, fin dagli anni ’50, hanno evidenziato come il<br />
potenziale <strong>di</strong> vittimizzazione, o “victim risk” sia riconducibile ad alcuni fattori in<br />
particolare; nello specifico quelli personali o biologici (età, sesso, salute fisica e<br />
mentale), psicologici (ad esempio aggressività e stati <strong>di</strong> alienazione), sociali<br />
(quali il far parte <strong>di</strong> una minoranza, l’essere immigrati, così come il tipo <strong>di</strong><br />
professione svolta o le relazioni interpersonali intrattenute) ed, infine, quelli<br />
situazionali (il vivere una situazione conflittuale, etc.).<br />
In tal senso, si è affermato che nei soggetti che esperiscono una o più delle<br />
con<strong>di</strong>zioni sopra elencate può svilupparsi una sorta <strong>di</strong> propensione, da altri<br />
in<strong>di</strong>cata ad<strong>di</strong>rittura come inclinazione, a <strong>di</strong>venire vittima, presentando una<br />
pericolosa tendenza a lasciarsi coinvolgere, nel corso del tempo, in situazioni<br />
problematiche o decisamente rischiose (Z. I. Separovic, 1974). Pertanto si è<br />
sostenuta la necessità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare quei fattori in grado <strong>di</strong> facilitare nel<br />
soggetto l’esposizione ad un maggior rischio <strong>di</strong> vulnerabilità, e quin<strong>di</strong> anche <strong>di</strong><br />
vittimizzazione, al fine <strong>di</strong> intervenire più precocemente operando nella<br />
<strong>di</strong>rezione <strong>della</strong> limitazione e del contenimento dei danni o, quando possibile, in<br />
termini essenzialmente preventivi.<br />
I dati analizzati nel corso <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong> hanno evidenziato la presenza <strong>di</strong><br />
numerose esperienze vittimizzanti, entro il pur breve percorso esistenziale dei<br />
giovani segnalati ex artt. 25 – 25 bis. In molti casi, si tratta <strong>di</strong> esperienze<br />
fortemente traumatiche, destinate a lasciare ferite profonde. E non <strong>di</strong> rado per<br />
molti <strong>di</strong> essi si può ad<strong>di</strong>rittura parlare <strong>di</strong> “vittimizzazione multipla”, trovandosi gli<br />
stessi minori a conoscere una pluralità <strong>di</strong> esperienze drammatiche e<br />
fortemente frustranti che, però, solo in misura limitata paiono aver a che fare<br />
con quella Sindrome <strong>di</strong> Abele - nota agli psichiatri ormai da tempo - per cui il<br />
<strong>di</strong>venire vittima si configura come l’esito inevitabile dovuto ad insufficiente<br />
autostima o ad un pronunciato senso <strong>di</strong> colpa, dando origine ad un <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong><br />
personalità capace <strong>di</strong> sospingere verso l’esecuzione <strong>di</strong> comportamenti<br />
negligenti, imprudenti o contrassegnati da vera e propria provocazione.<br />
Tuttavia, se è ormai consolidata in letteratura la riflessione circa l’evidente<br />
rapporto intercorrente fra l’aver subìto precoci esperienze <strong>di</strong> vittimizzazione e la<br />
maggior esposizione, nel corso del tempo, a situazioni che tendono a<br />
riproporre le medesime con<strong>di</strong>zioni - suggerendo un livello <strong>di</strong> vulnerabilità<br />
particolarmente elevato per coloro che fin da piccoli hanno patito abusi,<br />
maltrattamenti, o sono stati spettatori <strong>di</strong> vicende contrassegnate da<br />
conflittualità - poco, ad oggi, si è detto circa il rapporto esistente fra tali<br />
esperienze <strong>di</strong> vittimizzazione ed il porre in essere condotte devianti, capaci <strong>di</strong><br />
comportare finanche l’intervento del sistema <strong>di</strong> giustizia.<br />
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