Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

famiglia. Sono state altresì sollevate eccezioni relative ai significati - nel 2010 –
da assegnare ai termini “irregolarità della condotta e del carattere” che sono
alla base delle misure amministrative.
Anche nel focus group con gli stessi magistrati minorili del Tribunale di Bologna
sono emerse esigenze di utilizzo ridotto e altamente selezionato di questo tipo
di misure, al fine di evitarne un uso inadeguato o esagerato.
I dati raccolti offrono certamente ai magistrati e agli operatori opportunità per
riflettere sul senso delle misure amministrative. In particolare i dati ricostruiti
intorno ai profili offrono una grande opportunità di riflettere seriamente intorno
al tema della irregolarità della condotta e del carattere alla luce delle scelte già
operate dalla magistratura, con questa ricerca analizzate, in relazione alle
specifiche situazioni dei minori e dei comportamenti da loro messi in atto.
Un primo aspetto che merita di essere menzionato è che – grazie alla
procedura attivata in sede amministrativa – è stato possibile avviare
un’istruttoria che ha approfondito la conoscenza di situazioni adolescenziali e
familiari e ha notevolmente arricchito gli elementi di conoscenza da cui il
Procuratore rilevava l’opportunità di un procedimento amministrativo. Come
indicato nel testo si passa da circa due “fatti” segnalati, in media, per ciascun
minore a oltre cinque. Questo dà conferma del fatto di trovarsi di fronte a
ragazzi e ragazze che difficilmente sono segnalati al Tribunale con situazioni di
disagio lieve, o inesistente (che farebbe rientrare le situazioni nella quota di
irregolarità “normale” dell’essere adolescenti). L’indagine ha confermato che si
tratta di ragazzi e ragazze ad alto tasso di rischio personale, includendo in
questa espressione gli esiti altamente probabili di comportamenti sessuali
promiscui, di consumi di droga significativi, di contiguità con il mondo della
devianza, ecc.. In realtà l’indagine ha confermato che molti adolescenti hanno
già superato la soglia di ciò che può essere inteso come limite del rischio,
entrando, di fatto, in modo sostanziale nella devianza e in una gestione della
propria vita caratterizzata da eccessi, dipendenza, violenza e via di seguito.
Le misure amministrative, quindi, hanno giocato un ruolo positivo, di promotore
di una nuova attenzione, diversa da quella già espressa nei procedimenti civili
e penali che, del resto, una quota significativa di minori e loro famiglie conosce
direttamente.
Una proposta nuova che costituisce un elemento di rottura con schemi abituali
e offre l’opportunità al minore, e non solo ai suoi genitori, di misurare se stesso
di fronte all’esigenza di crescere, di essere più maturo e capace di scelte
responsabili e di comportamenti sociali adeguati.
Alla base dell’utilizzo delle misure amministrative non vi è l’idea di
“psicologizzare” o “pedagogizzare” ogni situazione e le vite di tutti i minori, ma
di offrire loro un contesto capace di tenere conto della loro storia. Ciò può
accadere anche applicando le norme del sistema penale e quelle del codice
285