Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

civile, ovviamente, ma - in questo senso – le misure amministrative sono
un’opportunità in più, non contro le altre due (penale e civile) ma integrata con
esse.
È un’opportunità che rappresenta per tutti gli attori in gioco (magistrati,
adolescenti, famiglie, operatori sociali, scuola, ecc.) la possibilità di condividere
un altro linguaggio, un modo diverso di parlare e ascoltare (da parte
dell’autorità giudiziaria e del minore reciprocamente), di costruire insieme, in
funzione della possibilità per i minori di assumersi responsabilità sul proprio
presente e sul proprio futuro, anche al di fuori del sistema penale.
Un ulteriore dato di cui tenere conto è la scarsa conoscenza del territorio
relativamente alle misure amministrative e a ciò che le distingue dai
procedimenti civili o penali. Si pone l’esigenza di trovare forme di diffusione
delle nozioni di base, al di là del fatto che a farlo siano gli ordini professionali
(assistenti sociali e psicologi), le organizzazioni di tutela (educatori) o la
magistratura minorile. Ciascuno dei soggetti menzionati dovrebbe, infatti,
essere molto interessato alla giusta diffusione delle conoscenze minime sulle
misure amministrative, anche per superare la difficoltà degli operatori dei
servizi – emersa in sede di focus – di capire cosa si attende la Magistratura
Minorile laddove dispone un amministrativo e definisce ad es. il collocamento
presso una comunità, cogliendone il senso in assoluto e in relazione alle altre
procedure. In altri termini gli educatori di comunità hanno, ad esempio,
necessità di comprendere in cosa l’esperienza dell’accoglienza residenziale
dovrebbe essere diversa (in quanto prevista nell’ambito di una procedura
amministrativa) rispetto allo stesso tipo di situazione disposta nell’ambito di una
procedura civile.
Un terzo aspetto importante è che le misure amministrative sono state valutate
con il presupposto che abbiano validità effettiva, come risorsa da utilizzare in
positivo nelle pratiche di supporto agli adolescenti. Ciò pone l’esigenza di
riflettere sulle condizioni di applicabilità di tali misure nei contesti di lavoro
sociale e educativo con gli adolescenti e sulle esigenze di formazione degli
operatori sociali che si trovano, con questo dispositivo giuridico, a disporre di
uno strumento da utilizzare nel rapporto educativo diretto con l’adolescente per
far leva sulla sua capacità di assunzione di responsabilità.
Questi primi tre aspetti evidenziano un ambito comune di interesse per i tre
soggetti istituzionali che hanno promosso e permesso alla ricerca di
svilupparsi: Difensore Civico, Tribunale per i Minorenni e Regione Emilia-
Romagna. Ciascuno di essi ha, infatti, interesse ad approfondire la conoscenza
e le potenzialità di queste misure che sono, però, da integrare con le altre
azioni in essere, promosse dalla Regione nell’ambito delle azioni a favore di
bambini, adolescenti e giovani, dal Tribunale e dal Difensore Civico.
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