Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

In realtà, la discussione e l’approfondimento collegiale può condurre o meno
all’emanazione di un decreto – che infatti non si è verificata nel 34,7% dei casi
da noi analizzati – e portare, in alcuni casi, ad una comunicazione scritta ai
Servizi da parte del T.M. con contenuti di carattere operativo o alla decisione di
un supplemento di indagine (Tab. 16).
Prevale, in questi casi, l’orientamento di mantenere aperto il fascicolo per
favorire una maggiore adesione e responsabilizzazione al progetto elaborato
con il minore in sede di udienza con i servizi territoriali.
Oltre due terzi dei procedimenti sospesi prima del decreto sono relativi a
ragazzi in età compresa tra i 16 e i 18 anni. Si tratta in molti casi di ragazzi
prossimi alla maggiore età al momento dell’apertura e per i quali, quindi, non
era stato tecnicamente possibile giungere in camera di consiglio in tempi utili
per la definizione di un progetto e per il suo svolgimento. Inoltre, una certa
quota di procedimenti riguardava adolescenti senza fissa dimora o comunque
irreperibili. È un problema che esiste particolarmente per le segnalazioni ex art.
25bis, riferite a minori stranieri non accompagnati, inseriti in comunità
educativa al momento in cui vengono incontrati – quasi sempre dalle Forze
dell’ordine – e in fuga, poche ore dopo, da qualunque istituzione che voglia
occuparsi di loro. Va da sé che questi minori non vengono ascoltati in udienza,
né è possibile arrivare ad un decreto. È la prova di quanto la costruzione di un
consenso di base sia fondamentale all’interno di questi procedimenti, e di come
sia illusorio pensare che l’autorevolezza dell’Autorità giudiziaria sia di per sé
sufficiente a dare una svolta nella vita di questi giovani.
Con modalità del tutto speculari a quanto detto in relazione ai ricorsi del P.M.,
nella scheda di rilevazione si è ritenuto di registrare, anche per i decreti del
T.M., altri dispositivi ricorrenti – oltre le due misure rieducative previste dalla
Legge minorile – in base ai quali è prevista l’articolazione più complessiva del
progetto rieducativo che comprenderà le “prescrizioni che il minore dovrà
seguire, a seconda dei casi, in ordine alla sua istruzione, alla preparazione
professionale, al lavoro, all’utilizzazione del tempo libero e ad eventuali terapie,
nonché le linee direttive dell’assistenza alle quali egli deve essere sottoposto”
(A. C. Moro, op. cit., p. 458).
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