Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa
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qualcuno ma non andrebbe mai da uno psicologo. Ai giu<strong>di</strong>ci del tribunale <strong>di</strong>ce:<br />
“Quando date in adozione un bambino, vedete <strong>di</strong> sceglierle meglio, le famiglie”.<br />
Athos, 16 anni a cercare l’Italia<br />
La mamma ha chiesto a lui il permesso prima del secondo matrimonio, con un<br />
uomo come loro albanese ma già inserito in Italia e quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> portarli<br />
con sé.<br />
Anche il papà <strong>di</strong> Athos era venuto in Italia con il progetto <strong>di</strong> richiamare tutta la<br />
famiglia. Madre e figlio, stanchi <strong>di</strong> aspettare, muniti <strong>di</strong> documenti falsi avevano<br />
cercato <strong>di</strong> raggiungerlo ma erano stati scoperti e rimandati al mittente, ed era<br />
stato pochi mesi dopo che il papà <strong>di</strong> Athos era morto in Italia in un incidente<br />
stradale. Da qui il secondo matrimonio con un uomo che al ragazzo sembrava<br />
piacere molto - al principio.<br />
Poi le trasgressioni a scuola, i litigi violenti con il patrigno che vorrebbe<br />
rimandarlo in Albania. Perché Athos gira con persone sbagliate, ha partecipato<br />
a un pestaggio e ha avuto una pena sospesa. Ora chiede <strong>di</strong> andare in<br />
comunità per smettere <strong>di</strong> azzuffarsi in casa e sembra più tranquillo, ma è<br />
arrivata la notizia <strong>di</strong> un’altra denuncia. Ha partecipato ad un furto d’auto, chissà<br />
questa volta come se la caverà.<br />
4.2. Adolescenti e violenza. Quale relazione con l’art. 25?<br />
Una modalità comportamentale violenta in età adolescenziale non compare<br />
senza preavviso, ma è comunemente preceduta da numerosi segnali <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio<br />
nel contesto scolastico e familiare. Spesso i ragazzi sono stati già segnalati in<br />
età infantile per problemi <strong>della</strong> condotta, irrequietezza, <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />
concentrazione o nella socializzazione, scarso ren<strong>di</strong>mento scolastico,<br />
iperagressività, bullismo. “I dati <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong> sostengono l’idea che lo sviluppo<br />
del comportamento violento è parte <strong>di</strong> un ampio schema <strong>di</strong> sviluppo deviante<br />
che inizia usualmente con un comportamento <strong>di</strong>struttivo non delinquenziale”<br />
(Loeber, Farrington 2000).<br />
La presenza <strong>di</strong> una modalità comportamentale violenta è la risultante<br />
emergente tra numerosi fattori <strong>di</strong> rischio e fattori protettivi che interagiscono<br />
determinando il contesto <strong>di</strong> sviluppo del bambino. La genitorialità rimane dal<br />
punto <strong>di</strong> vista psicosociale il fattore <strong>di</strong> rischio centrale per lo sviluppo <strong>di</strong> un<br />
comportamento antisociale, assieme alla presenza <strong>di</strong> maltrattamento o abuso<br />
durante l’infanzia (Muratori 2005). È inoltre accertata l’importanza dei legami <strong>di</strong><br />
attaccamento e la qualità delle cure genitoriali: genitori supportivi, elevata<br />
qualità relazionale (intimità), competenza ed equilibrio emotivo genitoriale sono<br />
fattori in grado <strong>di</strong> proteggere da un esito antisociale e da una modalità<br />
relazionale centrata sull’aggressività ed il predominio sull’altro in adolescenza.<br />
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