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Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

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Il rischio è quello <strong>di</strong> costruire azioni preventive vissute dagli adolescenti come<br />

contrastanti non tanto con la cultura giovanile, quanto con i caratteri essenziali<br />

dei modelli <strong>di</strong> fondo che riguardano tutte le fasce d’età suscitando in loro<br />

talvolta l’energia <strong>di</strong> reclamare la vali<strong>di</strong>tà dei propri comportamenti, <strong>di</strong> cui<br />

trovano conferma nei “gran<strong>di</strong>”; più spesso, nei contesti educativi, la critica<br />

all’incoerenza degli adulti che, non essendo in grado <strong>di</strong> fare ciò che ritengono<br />

giusto, lo pretendono dai loro figli o nipoti. Paradossalmente si rischia <strong>di</strong><br />

intervenire su una delle rare situazioni <strong>di</strong> forte vicinanza culturale tra<br />

adolescenti e adulti, e non per rafforzare questa vicinanza ma per creare una<br />

frattura, una separazione.<br />

Il nodo <strong>di</strong> fondo da sciogliere, in questo senso, è quanto la preoccupazione sui<br />

comportamenti a rischio si concentri esclusivamente sugli adolescenti e quanto<br />

riguar<strong>di</strong> tutti, adulti compresi. In altri termini, è <strong>di</strong>fficile comprendere certe<br />

preoccupazioni quando giocare d’azzardo, bere smodatamente e poi guidare,<br />

lanciarsi dai ponti legati a elastici, avere rapporti sessuali non protetti, ecc.,<br />

sono azioni ammesse se a compierle sono adulti, e non più tollerate quando<br />

riguardano gli adolescenti.<br />

1. La <strong>ricerca</strong> e il confronto scientifico sui comportamenti a rischio<br />

Il tema costituisce un importante punto evolutivo <strong>della</strong> riflessione e delle prassi<br />

inerenti le politiche sociali <strong>di</strong> prevenzione del <strong>di</strong>sagio e <strong>della</strong> devianza. A ciò si<br />

è giunti in considerazione <strong>della</strong> <strong>di</strong>fficoltà intrinseca <strong>di</strong> trattare questi temi,<br />

proprio per la loro indeterminatezza. Inizialmente, infatti, il termine “rischio” è<br />

stato ricondotto o all’intera con<strong>di</strong>zione adolescenziale (si parlava allora <strong>di</strong><br />

“giovani a rischio”) o alla vita in alcuni territori (“zone a rischio”).<br />

Nel tempo sono state formulate molteplici considerazioni critiche su entrambe<br />

queste espressioni, che comportavano l’etichettamento sociale <strong>di</strong> alcune<br />

persone, singolarmente intese o per categorie <strong>di</strong> appartenenza, o <strong>di</strong> alcuni<br />

ambienti, fino ad abbandonarle. Ragionare in termini <strong>di</strong> “comportamenti a<br />

rischio” è stata, pertanto, la risposta all’esigenza <strong>di</strong> considerare con maggiore<br />

attenzione le problematiche <strong>della</strong> prevenzione concentrandosi sulle possibili<br />

implicazioni <strong>di</strong> alcuni comportamenti, non sul “normale” <strong>di</strong>sagio inteso come<br />

incertezza adolescenziale e neppure sull’appartenenza a determinati contesti o<br />

fasce <strong>di</strong> popolazione.<br />

Purtroppo, però, alla confusione che s’intendeva evitare si è aggiunta quella<br />

derivata dalla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> definire i “comportamenti a rischio”, fino a includere in<br />

questa espressione tutti i fattori <strong>di</strong> vulnerabilità che possono intervenire nel<br />

percorso <strong>di</strong> crescita. Sono raccolti qui anche con<strong>di</strong>zioni che storicamente<br />

venivano nominate, invece, devianza, tossico<strong>di</strong>pendenza, ecc..<br />

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