Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

Soprattutto nell’incontro con i referenti dei Coordinamenti provinciali è emersa
la difficoltà di costruire alleanze territoriali con i diversi soggetti che
compongono le reti di intervento a favore dei minori.
Più complessivamente emerge un quadro di servizi affaticati e con consistenti
carichi di lavoro che rendono difficile costruire e realizzare adeguate politiche di
intervento nel territorio. Tutto ciò reso ancora più complicato dalla diminuzione
delle risorse economiche a disposizione, o quanto meno dalla difficoltà di dare
continuità agli investimenti che le istituzioni destinano alle politiche per la tutela
dei minori e per la prevenzione dei disagio tra i minori e tra i giovani.
È in corso una fase di cambiamento in ordine al rapporto tra natura delle
problematiche da affrontare e tipologia degli interventi da attuare; interventi che
dovrebbero essere rivisti in relazione a fenomeni che stanno caratterizzando la
società, come la crescente presenza di cittadini di nazionalità non italiana, la
diffusa instabilità familiare o le problematiche di sviluppo che caratterizzano
anche altri sistemi di intervento sociale come la scuola.
Tutto ciò è reso ancora più urgente dall’evoluzione della normativa nazionale e
regionale in materia di minori e di tutela, che proprio nell’ultimo decennio ha
avuto uno sviluppo significativo.
4. Osservazioni su quanto emerso dalla ricerca
Gran parte del confronto nei focus group è stato dedicato ai risultati dell’analisi
dei fascicoli riguardanti i minori per i quali, dal 2006 al 2008, il Tribunale per i
minorenni dell’Emilia-Romagna ha aperto un fascicolo amministrativo ai sensi
dell’art. 25.
Quanto emerso nel confronto è riportato, sinteticamente, per punti.
4.1. La scuola
Il ridotto numero di segnalazioni provenienti dalla scuola e i contenuti specifici
connessi all’ambiente scolastico (inteso come luogo di espressione e
manifestazione di disagio) trovano conferma in quanto gli operatori
sperimentano nel rapporto quotidiano con l’istituzione scolastica.
Le scuole sono percepite effettivamente come un luogo-contesto centrale nel
quale i ragazzi e le ragazze trovano l’opportunità di esprimere disagi e
problematiche della crescita. Cresce l’allarme sociale verso i fenomeni di
bullismo, anche se questo allarme - nell’esperienza degli operatori - non
sembra accompagnato da dati che lo confermino.
La tendenza delle scuole a non segnalare all’Autorità giudiziaria gli atti violenti
perpetrati dagli studenti sembra, secondo quanto proposto da diversi operatori,
legato a tre fattori:
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