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Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

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‐ la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> capire e possedere le procedure (in altri termini sapere<br />

come e a chi segnalare),<br />

‐ la preoccupazione che tali segnalazioni possano determinare<br />

ripercussioni per l’istituzione scolastica sia nei rapporti con le famiglie<br />

sia più in generale nel rapporto con il territorio,<br />

‐ la <strong>di</strong>fficoltà connessa al che fare dopo l’eventuale segnalazione,<br />

‐ il timore <strong>di</strong> “rovinare” i ragazzi, <strong>di</strong> etichettarli, <strong>di</strong> spingerli verso una<br />

carriera deviante per il fatto stesso <strong>di</strong> venire a contatto con l’autorità<br />

giu<strong>di</strong>ziaria.<br />

In gioco vi sono, quin<strong>di</strong>, preoccupazioni per le possibili ritorsioni o<br />

comportamenti inadeguati da parte dei soggetti coinvolti, per le eventuali<br />

ricadute sull’immagine pubblica <strong>della</strong> scuola e per la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> capire come<br />

agire nei confronti dei minori coinvolti in queste situazioni.<br />

Opportunamente è segnalato un problema <strong>di</strong> carattere culturale e psico-sociopedagogico<br />

al contempo: la segnalazione o meno <strong>di</strong> certi comportamenti è<br />

legata anche alla soglia <strong>di</strong> tolleranza che il singolo istituto scolastico stabilisce<br />

(implicitamente? esplicitamente?) rispetto a questo tipo <strong>di</strong> fenomeni. In altri<br />

termini, emerge la necessità <strong>di</strong> un confronto per favorire la costruzione <strong>di</strong> un<br />

sapere comune e con<strong>di</strong>viso tra istituzione scolastica (o meglio tra istituzioni<br />

scolastiche), magistratura minorile e servizi del territorio, per definire criteri<br />

con<strong>di</strong>visi <strong>di</strong> osservazione e analisi dei fenomeni adolescenziali onde evitare<br />

che alcuni comportamenti siano ritenuti “normali” o comunque “accettabili” in<br />

alcune scuole e “non normali”, quin<strong>di</strong> passibili <strong>di</strong> segnalazione all’Autorità<br />

giu<strong>di</strong>ziaria, in altre.<br />

Gli operatori si vedono coinvolti dalle scuole soprattutto per le problematiche<br />

connesse all’inadempienza scolastica (abbandono o frequenze fortemente<br />

irregolari), oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse iniziative e progettualità nel territorio, e in<br />

relazione a eclatanti situazioni <strong>di</strong> maltrattamento e abuso (a cui sono rivolte<br />

specifiche azioni <strong>di</strong> tutela). In riferimento ai ragazzi/ragazze ritenuti ingestibili<br />

(per comportamenti violenti verso <strong>di</strong> sé o i compagni, o per forte tendenza alla<br />

trasgressione o per esperienze <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> stupefacenti), invece, la scuola<br />

esprime una maggiore confusione, nonostante da anni siano in corso progetti e<br />

interventi <strong>di</strong> carattere preventivo: chiede aiuto ai servizi ma non dà seguito con<br />

le segnalazioni alle autorità competenti.<br />

Un elemento che influisce consistentemente nell’accrescere le <strong>di</strong>fficoltà delle<br />

scuole è intravisto dagli operatori nell’elevato turn-over dei docenti che<br />

impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> consolidare prassi interne <strong>di</strong> gestione ma anche prassi <strong>di</strong><br />

relazione e collaborazione.<br />

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