Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

tribunale anche per altre ragioni. Sono in 5 ad avere un procedimento penale in
corso; 2 avrebbero compiuto il reato in età non imputabile, ovvero quando
ancora non potevano essere perseguiti, e nel loro caso l’apertura
dell’amministrativo è l’unico percorso giudiziario possibile per un intervento
rieducativo e al tempo stesso di prevenzione della devianza; 3 sono imputati
per fatti commessi oltre i 14 anni e arriveranno in udienza. I reati contestati
riguardano l’attacco sia alla proprietà (sono prevalenti) che alla persona.
Le segnalazioni giungono al tribunale dalle forze dell’ordine (16 casi, di cui 10
attivati dalla famiglia) e dai servizi sociali dell’ente locale (13, di cui 6 su
richiesta dei genitori). C’è poi un singolo caso in cui i genitori si sono rivolti
direttamente alla Procura Minorile e una presenza decisamente minoritaria di
procedimenti avviati su stimolo della scuola o dei servizi sanitari.
Ciò che emerge complessivamente è l’ansia, l’impotenza dei genitori per questi
giovani irrequieti che sembrano comportarsi contro ogni buon senso, nel
deliberato tentativo di farsi del male scegliendo un partner sbagliato o
sottoponendosi a prove dolorose e apparentemente illogiche. Di fronte a
queste tendenze autodistruttive non vediamo famiglie che misconoscono o
minimizzano i segnali di disagio dei figli. Abbiamo piuttosto genitori preoccupati
perché non sanno come raggiungere i loro ragazzi, come relazionarsi con loro,
come riparare. Un disagio aumentato dal fatto che almeno alcuni di questi
giovani non hanno nessuna voglia di essere raggiunti da mamma e papà.
3.5. Appunti sulla prevenzione e sull’intervento
Se la famiglia è almeno temporaneamente depotenziata nelle possibilità di
intervento è utile chiedersi se ci siano altri soggetti in grado di intervenire.
La prima istituzione che potrebbe dare un contributo rilevante in un’ottica
preventiva è certamente la scuola. Gran parte di questi giovani, infatti,
abbandonano gli studi dopo un periodo travagliato fatto di tentativi e rinunce.
Martina, Ann, sono rimaste in classe a lungo. Di fronte ad un generico
comportamento di ritiro dall’impegno scolastico – per assenze ripetute o per
insuccessi continui – sarebbe importante che la scuola potesse porsi le
domande giuste per comprendere che cosa sta succedendo. Ad esempio, le
assenze possono essere liquidate come un segnale di svogliatezza ma
possono talvolta rivelare, a chi sappia guardare, difficoltà personali o familiari
rilevanti e non dette. La “possibilità” dipende evidentemente da più fattori, molti
dei quali strutturali e difficili da orientare localmente, altri suscettibili di
intervento. Occorre che l’istituzione scolastica sia messa in grado di accorgersi
di chi si tira indietro soprattutto se lo fa senza disturbare, senza interrompere la
lezione o provocare gli adulti. Le competenze per cogliere questi segnali
possono risiedere al suo interno, con insegnanti appositamente formati, o in
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