Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa
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Altri fatti ancora, finché accadono a scuola o in famiglia, pur costituendo reato<br />
possono non essere denunciati e magari neppure raccontati, e sono pertanto<br />
assenti nella rappresentazione che qui va componendosi. Questa nota, quin<strong>di</strong>,<br />
è un invito a ricordare la parzialità <strong>della</strong> visione dell’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria, proprio<br />
per non assolutizzare ciò che, tuttavia, è possibile affermare.<br />
3.2. Le molte <strong>di</strong>rezioni <strong>della</strong> “irregolarità <strong>della</strong> condotta”<br />
Per una prima analisi dei comportamenti irregolari si ripropone una<br />
sud<strong>di</strong>visione classica tra gli agiti rivolti all’esterno (es. aggressioni, vandalismo,<br />
bullismo…), quelli contro se stessi (es. ritiro sociale, uso <strong>di</strong> sostanze,<br />
autolesionismo…) e le modalità che paiono occupare una posizione interme<strong>di</strong>a<br />
in quanto associano a un contenuto etero aggressivo il coinvolgimento in una<br />
relazione importante (es. violazione delle regole scolastiche e familiari,<br />
violenza verso i genitori…).<br />
Le tre modalità non sono tra loro alternative: come si potrà osservare meglio in<br />
seguito, lo stesso soggetto può commettere azioni che appartengono a più <strong>di</strong><br />
una, o anche a tutte queste ripartizioni.<br />
Si può affermare che la quasi totalità dei protagonisti dei proce<strong>di</strong>menti (94,4%)<br />
commette anche azioni che hanno un duplice risvolto, auto ed etero<br />
aggressivo. Sono le condotte tipiche dell’adolescenza, quando la trasgressione<br />
alla norma – giuri<strong>di</strong>ca o sociale – si colloca come segnale comunicativo<br />
all’interno <strong>della</strong> relazione con l’esterno ed ha un contenuto espressivo e<br />
relazionale forte. È un elemento su cui fare leva nella costruzione dei progetti<br />
educativi. Questi adolescenti, certamente a rischio, non hanno ancora<br />
strutturato una personalità deviante. I loro comportamenti non possono essere<br />
considerati al <strong>di</strong> fuori del contesto relazionale in cui si svolgono ed originano,<br />
né sono unicamente tesi all’ottenimento <strong>di</strong> un vantaggio <strong>di</strong>retto attraverso la<br />
violazione <strong>di</strong> una norma o la sopraffazione dell’altro. Questa informazione<br />
permette <strong>di</strong> cogliere che, anche nei casi più complessi, o in cui la<br />
comunicazione si fa più <strong>di</strong>fficile, restano gli “agiti”, espressione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sagio su<br />
cui è forse ancora possibile intervenire, ed una personalità non ancora<br />
cristallizzata ma in piena fase evolutiva. La presenza delle ragazze in questi<br />
tre sottocampioni è significativa da un punto <strong>di</strong> vista statistico solo nei casi <strong>di</strong><br />
agiti auto aggressivi.<br />
È praticamente inesistente la quota <strong>di</strong> persone che rivolgono la loro<br />
aggressività unicamente verso se stessi. Il dato può essere letto sia alla luce<br />
<strong>della</strong> tendenza adolescenziale a cercare anche in forma conflittuale la<br />
relazione con l’altro, sia per la natura stessa dell’autorità giu<strong>di</strong>ziaria che<br />
interviene per riparare un danno occorso alla collettività, per sanzionare un<br />
comportamento deviante, non – evidentemente – per assicurare un supporto<br />
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