Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

che sfuggono di mano, o proprio nella ricerca di qualcuno a cui delegare
situazioni ritenute superiori alle loro forze.
4.3. I Servizi territoriali
Il mondo dei servizi e degli interventi afferenti l’area della tutela e della
prevenzione è stato fortemente sollecitato dai dati raccolti.
Le riflessioni – espresse a partire dalle esperienze concrete che i partecipanti
vivono quotidianamente nelle loro realtà territoriali e istituzionali – delineano un
sistema di servizi che faticosamente cerca di stare al passo dei cambiamenti
sociali.
Anche in questo ambito sono state annotate tendenze all’elevato turn-over
degli operatori e all’ingresso di molti operatori giovani che devono ancora
costruire/consolidare la loro professionalità (con un forte bisogno di
accompagnamento nello sviluppo professionale) e costruire la conoscenza del
territorio necessaria per sviluppare interventi efficaci.
Tutto ciò influisce, in modo diretto, sulla possibilità per i servizi territoriali di
costruire competenze stabili e continuative assolutamente necessarie per
fronteggiare efficacemente la complessità delle situazioni adolescenziali.
È crescente il peso degli aspetti amministrativi, a scapito di quelli connessi
all’operatività diretta, dovuta all’aumento di richieste di predisposizione di
relazioni e indagini sociali per diverse autorità che ne fanno domanda
nell’espletamento delle loro competenze.
Emerge la difficoltà di integrazione tra ambito sociale-educativo e ambito
sanitario nello sviluppo di progettualità e azioni condivise, e più
complessivamente tra i molti soggetti istituzionali coinvolti o coinvolgibili. I
problemi riguardano sia la dimensione delle risorse da investire – che appaiono
in decrescita – sia quella delle procedure, per costruire accordi (peraltro già
esistenti in alcuni ambiti e in riferimento a particolari problematiche) realmente
praticabili e non solo sottoscritti. La carenza progressiva di risorse non solo,
secondo quanto espresso dagli operatori, porta a innalzare la soglia di accesso
ai servizi (con la presa in carico ristretta a situazioni sempre più “gravi” e
critiche, ovvero situazioni più difficili, frustranti per gli operatori, quasi
impossibili da accompagnare in un processo di cambiamento) ma, anche, a
creare le condizioni per un collasso del sistema. La sfasatura tra calo delle
risorse e aumento delle domande di intervento conduce ad una empasse
paradossale dato l’aumento di competenza nel campo della diagnosi e della
possibilità tecnica di intercettare precocemente le situazioni di disagio minorile.
Sembra venuta meno, in questi ultimi anni, una tensione verso la prevenzione
a favore di una maggiore propensione ad intervenire su situazioni di minori in
forte disagio.
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