Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

Martina, 15 anni. “Se non ora, quando?”
Dovrebbe ripetere la seconda media. Certo che non le va, di ritrovarsi in mezzo
a dei bambini. Tutto è iniziato con il rifiuto di andare a scuola se non
accompagnata dal padre. Il quale, separato dalla moglie e impegnato a portare
sulla retta via l’ennesima prostituta dell’est di cui è innamorato, rincorre un
lavoro incerto e non ha tempo per occuparsi di lei. Oltretutto il protettore della
ragazza lo sta minacciando seriamente e lui non sa più che pesci pigliare, è
depresso, ci vorrebbe un medico ma non ne vuole sapere.
Ci pensa allora la mamma ad accontentare Martina, a coccolarla in casa dove
potrà restare finché vorrà, finché non se la sente di tornare a scuola. In breve
la ragazza si allontana da tutto: il corso di canto l’appassiona ma non salirà sul
palco per lo spettacolo finale, il corso di lingue le interessa ma ha orari
inesorabilmente poco adatti... Un diversivo sarebbero gli amici ma lei non si
sente alla loro altezza, sempre un po’ più in su – per maturità, profondità,
conoscenze… - o un po’ più in giù degli altri. Da qualche anno vive rintanata in
casa, scrive un romanzo che nessuno leggerà.
Monica, 15 anni. “Prova a prendermi”
Monica è rom, vive in un campo nomadi, quando litiga con i genitori scappa in
un altro. La polizia la ritrova insieme ad un ragazzo che lei afferma di non
conoscere.
L’anno seguente un’altra segnalazione, da un passante stavolta. L’ha vista
piangere seduta su un marciapiede, vistosi graffi sul viso e sul collo, perdite di
sangue da un labbro. Il ragazzo è ancora nei paraggi ma ora è suo marito, si
sono sposati secondo il rito rom. Monica è incinta al terzo mese.
“È sempre così”, dice lui senza un segno. “Quando litighiamo fa una scena
isterica e si picchia da sola”. Monica conferma, è proprio vero, ha fatto tutto da
sé. Viene condotta in un ospedale da cui scappa nel giro di poche ore e il
tribunale non saprà più niente di lei.
Gianni, 15 anni. “Emo, fortissimamente emo”
Si definisce “emostiloso”. I genitori sono separati e si sono entrambi
riaccompagnati ad altri partner. Vive con la madre e una sorella più piccola. Il
padre sa che Gianni segue una corrente ideologica denominata “emo” diffusa
tra gli adolescenti che, oltre a proclamare stili di vita deprimenti, inneggia
all’autolesionismo e anche al suicidio e questa cosa non gli va proprio giù.
Litigano spesso per questo. Gianni continua a ripetere: “Se non mi accetti vuol
dire che non mi vuoi”. L’ultimo litigio risale alla vigilia di Pasqua, dopo due mesi
passati senza neanche un incontro o una telefonata. Va come sempre:
incomprensioni, minacce e parolacce. Stavolta il padre non ci sta e va a
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