Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

icercando un piacere “assistito” da una sostanza, meritasse un
approfondimento specifico;
- “farsi male”, sono ragazzi, e soprattutto ragazze, che rivolgono la loro
aggressività verso di sé, sia nell’attacco diretto alla propria persona – ritiro
sociale, autolesionismo, tentato suicidio… – sia avviando relazioni affettive
o adottando comportamenti sessuali che possono comportare rischi
rilevanti per la salute psico-fisica della persona coinvolta;
- “autori di violenze”, una aggregazione ancora una volta maschile di giovani
già compromessi nei rapporti con la giustizia per aver commesso azioni
rivolte contro gli altri, le loro persone o le loro proprietà;
- “indotti alla prostituzione”, di cui fa parte un insieme di minori stranieri non
accompagnati vittime di tratta;
- “accusati di violenza sessuale”, preadolescenti verso i quali è stato aperto,
e poi archiviato, un procedimento penale per violenza sessuale.
Ad uno sguardo più ravvicinato ogni sottoinsieme di ragazzi rivelava sfumature
che convincevano ancora una volta della complessità e della variabilità anche
del più illusoriamente riconosciuto pattern comportamentale. Per restituire
almeno in parte questa ricchezza di percorsi sono state illustrate per ogni
profilo alcune storie ritenute paradigmatiche realmente tratte dai procedimenti
analizzati. In queste brevi narrazioni sono stati utilizzati nomi di fantasia per
indicare persone e città senza rendere riconoscibili i protagonisti.
Ecco dunque le molte possibilità di rapporto con le sostanze, o con la violenza,
o con l’attacco alla propria persona ecc., a ricordarci di come non sia mai
possibile appiattire un ragazzo o una ragazza sulla base di un comportamento
individuato.
D’altra parte alcuni di questi ragazzi o ragazze avrebbe forse potuto essere
classificati in un profilo differente. È stato necessario operare delle scelte, non
infallibili ma comunque necessarie rispetto agli scopi della ricerca. Queste
categorie hanno dunque valore puramente funzionale all’analisi, mentre nel
contatto diretto con gli adolescenti è indubbiamente inopportuno iniziare da un
etichettamento o da una classificazione.
Seguono, per ogni profilo, un quadro teorico di riferimento, l’analisi dei dati
specifici emersi dalla nostra ricerca e alcune annotazioni riferite alle possibilità
di intervento mirato alla prevenzione o al contrasto di quella modalità
trasgressiva. Sono indicazioni nate in gran parte dall’esperienza diretta dei
giudici-ricercatori nel contatto con i ragazzi e con i servizi, e in parte elaborate
raccogliendo esperienze e possibilità già in atto nei territori.
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