Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

spacciatori. Viene fermato dalla Polizia perché ha minacciato la madre e la zia
con un coltello da cucina.
Vissuti e storie diverse con un altro tratto in comune: la debolezza, l'impotenza,
l'inconsistenza del mondo adulto che li affianca, la difficoltà dei genitori e delle
famiglie a reggere l'urto con il disagio dei propri figli “…la madre rifiuta di
vedere il figlio ospite presso la comunità…”, l'incapacità di cogliere i segni di
disagio e i segnali di pericolo “…la famiglia non è riuscita a comprendere e
contrastare i segnali comportamentali…”, la fatica di mettersi in gioco e
rimescolare gli stili di vita “…non posso seguire mio figlio, vivo in un'altra città,
lavoro tutto il giorno…”, la leggerezza con cui spesso i comportamenti a rischio
vengono minimizzati “…pensavo avesse fumato solo quella volta lì…”.
Per tutti l'incontro con il Tribunale ha segnato un punto di svolta familiare e
personale non sempre vissuto in modo positivo.
Patrizia scriverà ai “suoi giudici” chiedendo di non essere allontana dalla
famiglia “…io voglio vivere e senza la mia famiglia non è vita…”, salvo poi,
appena diventa maggiorenne, riprendere a frequentare il Ser.T.
volontariamente chiedendo che la famiglia non sia informata “…non sopporto
l'idea che la loro Pollyanna sia diventata uno scarto della società…”.
Simone dice ai Giudici che non fuma più, ma ai controlli periodici del Ser.T.
risulta sempre positivo. Non capisce bene perché sia finito in Tribunale, “…non
ho fatto niente di male, non sono mica un tossico…”, ma da quando è
cominciata questa storia almeno vede di più il padre e va meglio a scuola.
Appena è diventato maggiorenne ha smesso di andare al Sert per i controlli.
Emanuele e Daniel sono stati inseriti in una comunità e probabilmente ci
rimarranno a lungo, entrambi con una terapia farmacologica sotto controllo
psichiatrico.
Daniel, uno dei pochi ragazzi stranieri di questo gruppo a non spacciare, ha
incanalato verso l'esterno - così come aveva fatto con la sua rabbia ed il suo
disagio - anche la voglia di trovare un punto fermo lavorando quotidianamente
a contatto con i cavalli.
Per Emanuele, invece, il futuro è più incerto: la scelta di droghe “anestetizzanti”
è stato un tentativo di curare un profondo nucleo depressivo che si portava
dietro dall'infanzia ed i suoi “agiti autolesionisti” sembrano avere lo scopo di
spostare un malessere mentale, non tollerabile, sul corpo, rendendolo così più
controllabile e accettabile.
2.2. Psicopatologia e normalità in adolescenza correlata ad abuso di sostanze
“Le condotte dipendenti, come tutte le condotte agite, riflettono l’instabilità
dell’organizzazione psichica soggiacente; la loro comparsa non denuncia in sé
stessa la presenza di una struttura psichica particolare, ma sembra
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