Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

Per quanto riguarda la terza questione, di carattere tecnico-professionale,
quanto emerge dalla ricerca evidenzia la necessità di una riflessione non solo
di carattere culturale o di politica sociale ma anche specifico in relazione alla
dimensione della professionalità degli operatori impegnati nel sociale. Si tratta
di comprendere, infatti, in riferimento agli interventi che abitualmente sono
realizzati nella direzione della prevenzione - secondaria e terziaria - o in termini
di forte supporto e cura, l’efficacia che si riesce a raggiungere e le condizioni
che la realizzano. Ciò vale per l’esperienza residenziale ma, anche, per il
sostegno domiciliare, per gli interventi territoriali o diurni, per i centri di
aggregazione. In altri termini, emerge l’esigenza di comprendere se alla base
delle difficoltà c’è un problema di sole risorse (che rimanda alla questione della
continuità e della congruità di quanto viene messo a disposizione per questo
tipo di politiche e di prassi) oppure se si ponga, altresì (o soprattutto) un
problema inerente le metodologie e le prassi da aggiornare e rendere adeguate
di fronte ai volti del disagio adolescenziale attuale.
Anche in questo ultimo caso il Difensore Civico potrebbe stimolare negli enti
pubblici, titolari delle funzioni sociali di intervento nella cura, supporto e
prevenzione del disagio minorile e adolescenziale, l’interesse ad
approfondimenti metodologici e tecnici per analizzare, sulla base delle
esperienze esistenti, i modelli operativi adottati -in regione- in ordine alla
gestione delle segnalazioni di disagio e problematicità familiare, agli interventi
che ne conseguono, alle opportunità territoriali di risposta sia sotto il profilo
preventivo (nei confronti della famiglia e dei bambini), di connessione tra azioni
afferenti a ambiti diversi (sociale e scolastico innanzitutto), o tra le azioni riferite
ad età diverse della vita (prima infanzia, infanzia, preadolescenza e
adolescenza).
Sempre in quest’ultima prospettiva si colloca l’esigenza di rafforzare politiche e
prassi di accoglienza e integrazione di minori stranieri, soprattutto quelli che
giungono in Italia – come emerge dalla ricerca – in età avanzata con grandi
difficoltà di inserimento sociale ma, anche, di inserimento familiare, con genitori
non più conosciuti (e che a loro volta non conoscono i propri figli), con i quali vi
è molto da costruire per rendere solide le basi della famiglia e significativo
l’apporto educativo dei genitori.
Le misure amministrative
Nel capitolo introduttivo si da conto di un dibattito, interno alla cultura giuridica,
circa l’opportunità di considerare attuali o meno le misure amministrative. Tale
questione è emersa anche nei focus group, in particolare con gli operatori
sociali, che sollevano questioni inerenti l’opportunità di interventi giudiziari
riferiti al minore quando sarebbero necessarie azioni – a sua tutela – sulla
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