Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

(magari non tanto perbene, ma fidati e, all’apparenza, i soli soddisfacenti),
l’intraprendere un nuovo percorso di studio o di formazione professionale
(quando spesso la giornata è vissuta all’insegna del disimpegno), il sottostare a
regole che scandiscono la quotidianità (mentre prima si conduceva una vita
“sregolata”), appaiono tutti al minore come elementi di un mutamento che
inevitabilmente produce ansia, paura, timore di non farcela; presagi di un
nuovo fallimento che non si è in grado di tollerare.
Ciò nonostante, e pure a fronte di un simile iniziale rifiuto, il Tribunale è
chiamato ad impiegare anche “elementi impositivi”, spingendo il minore verso
tale direzione nel suo stesso interesse (A. C. Moro, op. cit.), perché proprio
questo passaggio, a volte traumatico e pregno di sofferenza, costituisce una
tappa indispensabile verso la costruzione di una nuova personalità più
consapevole e responsabile, autonoma ed indipendente, momento centrale per
il successivo approdo all’età adulta.
Una variabile a sostegno della apertura del fascicolo amministrativo in casi di
procedimenti penali in corso è il tempo. Il procedimento penale che vede
coinvolti minorenni arriverà al giudice dell’udienza preliminare dopo un certo
periodo dalla commissione del fatto. Il procedimento amministrativo, al
contrario, può iniziare subito il suo percorso offrendo al ragazzo la possibilità di
presentarsi all’udienza preliminare con una “nuova visione della vita” e
l’assunzione di nuove responsabilità. Questo procedimento, pertanto, può
riempire di contenuti significativi il tempo che intercorre tra il reato e l’effettivo
inizio del processo penale. Il fatto di creare uno spazio dedicato di lavoro e di
elaborazione condivisa favorisce una rapidità di intervento particolarmente
necessaria con minori che spesso vivono situazioni estreme e in un’età già
molto vicina ai diciotto anni, quindi quando il tribunale per i minorenni ha poco
tempo per intervenire. In questi casi anche i tempi burocratici, del tribunale per
i minorenni e non solo, possono costituire un problema e occorre inventare
modalità di intervento il più possibile agili. Di fatto, solo un buon numero di
giudici onorari garantisce questa celerità e, ove occorra, anche la possibilità di
convocare più volte gli stessi ragazzi, allo scopo di costruire i programmi in
modo appropriato o di verificarli a distanza di alcuni mesi.
L’adolescente è smanioso di fare e di agire e quindi ha fretta. L’urgenza del
suo agire lo porta poi a commettere errori senza però spesso esserne
minimamente consapevole. La possibilità che il procedimento amministrativo
gli offre, di intervenire tempestivamente sui comportamenti e sulle azioni,
rappresenta un vantaggio non solo perché può interrompere una escalation
negativa, ma anche al fine di sostenere autorevolmente l’intervento dei genitori,
degli operatori, della scuola. Si pensa spesso che con i divieti si possano
“educare” le persone”. In realtà, la nuova sfida che presenta il procedimento
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