Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

Occorre trovare un modo adatto per avviare e adattare progressivamente un
percorso di crescita. Quando come TM disponiamo l’affidamento di un ragazzo
ai servizi e magari il suo inserimento in una comunità o qualche altro percorso
che nel caso concreto appaia possibile, ci auguriamo appunto che un percorso
iniziato in maniera coercitiva porti il minore a conoscere un educatore
significativo, a trovare un nuovo riferimento familiare e a sentire in sé quella
scintilla che si realizza attraverso l'incontro.
D. In questo quadro, qual è a suo avviso il ruolo del giudice?
I ragazzi segnalati con l'art. 25 sono giovani che destano preoccupazioni per la
loro condotta, ma hanno alle spalle vissuti familiari, personali, migratori difficili.
Dinanzi a loro il giudice, con tutta la sua persona e capacità di incontro, è qui a
rappresentare i valori della Costituzione e a testimoniare – perché lo
sperimenta nella vita – che in essi è racchiuso un appello a crescere, e
crescere può dare soddisfazione. Volendo interpretare il procedimento in
chiave psicoanalitica potremmo dire che questi adolescenti, e quelli italiani in
particolare, presentano una carenza nella figura paterna e qualche volta il TM
può incarnarla, almeno temporaneamente, in un transito che porta ad altre
figure educative presenti nella continuità di vita del ragazzo.
D. L’art. 25 può essere visto come strumento di prevenzione della
devianza?
Certo, c'è un nucleo preventivo nei percorsi amministrativi, presente anche nel
procedimento penale minorile rappresentato tipicamente da un processo di
responsabilizzazione e mira a produrre non una socializzazione passiva ma
una partecipazione di cittadini responsabili, per la loro felicità e per il
funzionamento di questa società, che secondo la Costituzione non può
funzionare bene escludendo chi è in difficoltà, ma può riuscire a realizzarsi solo
attraverso processi di inclusione e valorizzazione di tutti.
D. In concreto come opera il TM di Bologna?
In coincidenza con l'ingresso dei nuovi giudici onorari del triennio 2008-10, è
stato rivitalizzato un “gruppo adolescenti”, in precedenza già previsto ma non
ancora utilizzato appieno, che raccoglie un certo numero di giudici onorari,
mensilmente coinvolti in una Camera di Consiglio dove si discutono i casi dei
giovani incontrati nell'ultimo periodo e si assumono le decisioni previste in
astratto dall’art. 25 della legge in modo che possano divenire in concreto utili
per la loro vita.
Gli stessi onorari vengono incaricati, a coppie, di incontrare in fase istruttoria –
come previsto dalla norma – le persone maggiormente interessate ed
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