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Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

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e secondaria. I nostri sforzi sono concentrati ad intercettare precocemente le<br />

situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio in età evolutiva e a favorire la loro risoluzione nella<br />

maniera meno invasiva possibile. Il nostro obiettivo è anticipare<br />

progressivamente, per quanto possibile, il tempo dell’intervento, in<strong>di</strong>viduare i<br />

fattori <strong>di</strong> rischio e i gruppi maggiormente a rischio e su questi far convergere gli<br />

interventi preventivi.<br />

D. Come è visto il proce<strong>di</strong>mento amministrativo nei servizi? Come si potrebbe<br />

concertare meglio il lavoro tra servizi, istituzioni e tribunale nella sua<br />

applicazione?<br />

Il rischio che possono correre i servizi è quello <strong>di</strong> interpretare la loro funzione<br />

come meri esecutori dei decreti. Spesso l’operatore non è aiutato a vedere, e<br />

non riconosce, una relazione <strong>di</strong> reciprocità e collaborazione tra Tribunale e<br />

Servizi. In più non c’è grande conoscenza dell’art. 25, come poi appare anche<br />

nei focus group <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong>, e del suo ambito specifico <strong>di</strong> applicazione, mentre<br />

è ben <strong>di</strong>stinto da un proce<strong>di</strong>mento aperto in base all’art. 330 del co<strong>di</strong>ce civile.<br />

Sarebbe utile perciò una migliore definizione <strong>della</strong> natura <strong>di</strong> questo intervento<br />

per favorire una appropriazione <strong>di</strong> questo strumento da parte del servizio<br />

sociale, come possibile carta da giocare per riorientare percorsi <strong>di</strong> vita<br />

multiproblematici. Uno spazio possibile sarebbe quello <strong>di</strong> costruire percorsi <strong>di</strong><br />

formazione degli operatori nell’utilizzo attivo <strong>di</strong> tale strumento.<br />

D. Il proce<strong>di</strong>mento amministrativo permette – con il consenso del minore - <strong>di</strong><br />

proseguire un affidamento o un collocamento in comunità fino al 21° anno <strong>di</strong><br />

età. È una possibilità che riempie un vuoto (particolarmente per i minori<br />

stranieri) a fronte <strong>di</strong> percorsi educativi costretti ad interrompersi con la<br />

maggiore età, ovvero prima che si compia un “normale” percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> o <strong>di</strong><br />

inserimento lavorativo. Esistono strumenti non giuri<strong>di</strong>ci, ma <strong>di</strong> intervento<br />

sociale, che possono sostenere i minori e i servizi in questo senso? Quali sono<br />

le in<strong>di</strong>cazioni <strong>della</strong> Regione rispetto alla fascia d’età dei giovani adulti?<br />

Di fatto una significativa apertura in questa <strong>di</strong>rezione è già stata offerta con la<br />

Direttiva 846/07, in materia <strong>di</strong> affidamento familiare e accoglienza in comunità,<br />

che prevede la possibilità <strong>di</strong> proseguire o attivare interventi per i<br />

neomaggiorenni. Si tratta comunque <strong>di</strong> strumenti che vanno calati nella realtà e<br />

declinati sulla base delle risorse effettivamente <strong>di</strong>sponibili per i servizi.<br />

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