Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa
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per gli enti, <strong>di</strong> garantire continuità al supporto e sostegno <strong>di</strong> cui quei minori<br />
hanno fin lì beneficiato. Secondo alcuni operatori, l’essere <strong>di</strong>ciottenni e non<br />
ancora autonomi, oltre che probabilmente segnati da esperienze familiari o<br />
personali <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, potrebbe essere definita come nuova forma <strong>di</strong> povertà.<br />
Si pone il problema <strong>di</strong> capire da un lato quali servizi destinati ad un’utenza<br />
adulta possono intervenire a favore <strong>di</strong> questi ragazzi/e e, dall’altro, come<br />
permettere ai servizi per i minorenni, che hanno agito a favore <strong>di</strong> quelle<br />
persone fino a quel momento, possono proseguire un’azione <strong>di</strong> supporto per<br />
un certo periodo successivo alla maggiore età.<br />
Inoltre, in particolare le comunità residenziali, pongono l’esigenza <strong>di</strong> definire<br />
procedure e modalità per gestire situazioni <strong>di</strong> violenza o devianza tra gli ospiti.<br />
Più in generale sia i rappresentanti dei servizi sociali territoriali sia gli operatori<br />
delle strutture specifiche (ve<strong>di</strong> comunità residenziali) pongono l’esigenza <strong>di</strong><br />
costruire spazi <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con le Autorità giu<strong>di</strong>ziarie per capire meglio<br />
l’evoluzione delle normative, relativamente al ruolo dei servizi in rapporto ai<br />
proce<strong>di</strong>menti penali, civili e amministrativi.<br />
4.4. Gli adolescenti<br />
Il riscontro rispetto ai dati dell’indagine, acquisito nei focus, permette <strong>di</strong><br />
arricchire l’analisi del <strong>di</strong>sagio adolescenziale e delle forme che esso assume.<br />
Desta stupore la rilevante presenza <strong>di</strong> minori italiani protagonisti <strong>di</strong><br />
proce<strong>di</strong>menti amministrativi, a fronte <strong>della</strong> percezione <strong>di</strong> una crescente<br />
problematicità tra i ragazzi stranieri che, pure, sono rappresentati nel nostro<br />
campione in misura ben superiore alla loro presenza sul territorio emilianoromagnolo.<br />
Sono gli stessi operatori a esprimere la previsione che tale provve<strong>di</strong>mento<br />
fosse maggiormente utilizzato in riferimento ai minori <strong>di</strong> altri Paesi, e in<br />
particolare, per quelli non accompagnati.<br />
Ci si è chiesti se questa mancanza <strong>di</strong> corrispondenza tra le aspettative e la<br />
realtà fosse da inscrivere in un quadro <strong>di</strong> risorse carenti e perciò de<strong>di</strong>cate agli<br />
adolescenti italiani (con un ulteriore livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione sociale verso i<br />
giovani immigrati) o andasse riferito alla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> segnalare – ma, prima<br />
ancora, alla capacità del sistema <strong>di</strong> intercettare precocemente - le situazioni <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagio).<br />
Si riba<strong>di</strong>sce la necessità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le connessioni tra processi migratori e<br />
<strong>di</strong>sagio adolescenziale in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rezioni, per una comprensione più specifica<br />
relativa a:<br />
‐ le “seconde generazioni” e i possibili fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio che le<br />
riguardano, ad esempio, tra le ragazze,<br />
‐ i minori non accompagnati,<br />
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