Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa
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testimoniare una vulnerabilità <strong>della</strong> personalità ed un’instabilità del<br />
funzionamento mentale.” (Jeammet 1992)<br />
Se si vogliono in<strong>di</strong>viduare dei fattori <strong>di</strong> rischio che possano entrare in gioco nel<br />
determinare il consumo <strong>di</strong> sostanze psicoattive si possono ricordare i seguenti<br />
contributi: le linee guida dell’American Academy of Child and Adolescent<br />
Psychiatry (1998) le quali, a proposito <strong>della</strong> valutazione e del trattamento dei<br />
minori che fanno uso <strong>di</strong> sostanze, citano genericamente come fattori <strong>di</strong> rischio<br />
per lo sviluppo dell’uso o dell’abuso <strong>di</strong> sostanze gli aspetti familiari, il gruppo<br />
dei pari, i fattori in<strong>di</strong>viduali (nei quali vengono comprese anche le variabili biogenetiche)<br />
e infine i fattori sociali, per Novins e Baron (2004) la letteratura<br />
fornisce poche informazioni sui fattori <strong>di</strong> rischio.<br />
Wu e collaboratori (2004) concludono il loro stu<strong>di</strong>o affermando che l’abuso o la<br />
<strong>di</strong>pendenza possono essere il segno <strong>di</strong> una globale vulnerabilità, piuttosto che<br />
<strong>di</strong> un singolo problema; questa vulnerabilità può essere influenzata da fattori<br />
familiari o in<strong>di</strong>viduali.<br />
Come si vede, anche in questo caso si fa riferimento al concetto <strong>di</strong> vulnerabilità<br />
per spiegare il manifestarsi <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni patologiche in soggetti esposti ad un<br />
ambiente sempre più “normalmente” ricco <strong>di</strong> rischi psicosociali.<br />
Riportiamo infine un estratto <strong>della</strong> conclusione <strong>di</strong> uno recente stu<strong>di</strong>o che<br />
ascrive sempre più nel confine <strong>di</strong> una “normalità mutata” le coor<strong>di</strong>nate <strong>di</strong><br />
riferimento degli interventi nell’ambito del consumo <strong>di</strong> sostanze psicoattive.<br />
“Dovremmo quin<strong>di</strong> concludere che il mutamento <strong>della</strong> normalità che abbiamo<br />
descritto, si traduce in un indebolimento <strong>della</strong> capacità <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione dell’Io<br />
che risulta quin<strong>di</strong> molto più sensibile alle esigenze interiori (da qui verrebbe il<br />
bisogno <strong>di</strong> avere tutto e subito, o la facilità con cui sono infrante le regole <strong>di</strong><br />
comportamento), o alle sollecitazioni che provengono dall’esterno, come<br />
l’alcool o le sostanze. Se questa è la situazione, possiamo <strong>di</strong>re che il margine<br />
fra normalità e patologia si è indubbiamente ristretto, il che rende ancora più<br />
impegnativo e rilevante definire i criteri secondo i quali definire un soggetto<br />
nella norma o nella patologia.” (Rigon e Costa 2010)<br />
2.3. Il quadro esplicativo e le relazioni con l’art 25<br />
All’interno <strong>di</strong> questo profilo sono rientrati tutti quei ragazzi/e che in qualche<br />
modo risultavano consumatori <strong>di</strong> sostanze e che per questo, o principalmente<br />
per questo, erano stati segnalati all’autorità giu<strong>di</strong>ziaria.<br />
Il profilo <strong>di</strong> questo gruppo <strong>di</strong> adolescenti è risultato piuttosto eterogeneo al<br />
proprio interno, sia per caratteristiche <strong>di</strong> personalità che socio-ambientali,<br />
perciò è stato deciso <strong>di</strong> analizzarlo ulteriormente mutuando la sud<strong>di</strong>visione in<br />
tre sottogruppi che corrispondono ad altrettanti stili <strong>di</strong> consumo il primo<br />
denominato “Consumatori”; il secondo “Consumatori Problematici” ed il terzo<br />
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