Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

adolescenti nella condizione di subire dei danni non desiderati, in misura
elevata, o di produrre conseguenze di elevato valore negativo nella vita di altri
individui.
Per quanto detto fin qui, i comportamenti a rischio in adolescenza – almeno
quelli potenzialmente dannosi a sé o agli altri - sarebbero sintomi di un disagio
che può essere variamente affrontato a seconda che lo si interpreti come
errore, o malattia, o carenza affettiva e relazionale.
Tuttavia gli stessi comportamenti possono essere considerati come modi per
provare piacere attraverso sensazioni nuove e forti, con una componente
accentuata di sfida e di sperimentazione di sé. Secondo questa visione sono
azioni coerenti e funzionali alle esigenze psicologhe tipiche di questa fase di
crescita: rinnovarsi, uscire dalle incertezze, affermare la propria identità,
costruire relazioni sociali e affettive significative, sviluppare identificazione con
gruppi di pari (nei termini di sentirsi parte di un gruppo e farsi accettare dai suoi
componenti).
Le ricerche realizzate in molti paesi hanno permesso di far convergere le
opinioni degli esperti intorno ad alcuni elementi chiave. Gli adolescenti sovente:
- si percepiscono immuni dai rischi, in una sorta di immortalità che li
porta a ritenersi al di sopra di ogni possibile conseguenza negativa;
- sono convinti di esercitare un adeguato controllo sui rischi che
assumono (tipicamente l’idea di ricavare piacere dalle sostanze
sapendo controllare il legame e, dunque, schivando ogni possibile
dipendenza, ma lo stesso si potrebbe dire per la guida pericolosa e
“controllata” ecc.);
- se sono “sensation seeker”, ovvero particolarmente affascinati dal
rischio (perché non tutti gli adolescenti lo sono), lo cercano attraverso
una varietà di condotte tra loro collegate (sindrome o costellazioni di
comportamenti),
- altri adolescenti, che pure sono consapevoli dei rischi connessi ad
alcune azioni, non riescono a sfuggirle perché incapaci di sottrarsi alle
pressioni del gruppo dei pari (su questo tema si è sviluppato un
particolare filone di ricerca teso ad analizzare se e in che misura la
frequentazione di un gruppo incentiva o protegge dal rischio),
- considerano un vero rischio per sé non ciò che gli adulti indicherebbero
come tale, bensì la possibilità di perdere affetti, emozioni, relazioni
significative,
- individuano quale ambito in cui sperimentano azioni a rischio non tanto
i loro luoghi di incontro (come è nella percezione degli adulti) quanto la
casa, nella quale spesso ci si sente soli.
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