Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa
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Italia alla maggiore età, aumentando il rischio per tanti ragazzi prossimi ai 18<br />
anni <strong>di</strong> cadere nelle mani <strong>di</strong> sfruttatori che approfittano del loro status<br />
irregolare. A questo si aggiunge l’introduzione del reato <strong>di</strong> ingresso e soggiorno<br />
illegale che rende ancora più precaria la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> questi giovani quasi o<br />
neo-maggiorenni.<br />
Da maggio 2009 il respingimento delle migrazioni via mare e gli accor<strong>di</strong> tra<br />
Italia e Libia sul controllo delle migrazioni dai Paesi africani hanno mo<strong>di</strong>ficato le<br />
forme <strong>di</strong> ingresso nel nostro Paese.<br />
“Il drastico ri<strong>di</strong>mensionamento degli arrivi via mare in seguito alle pratiche <strong>di</strong><br />
rinvio dei migranti alla frontiera messe in atto dal Governo italiano a partire da<br />
maggio 2009 e, soprattutto, al pattugliamento congiunto italo-libico del paese<br />
nordafricano, ha inciso sul flusso delle giovani provenienti dalla Nigeria. Alcuni<br />
operatori hanno ravvisato la ripresa <strong>della</strong> rotta aerea che comporta un debito<br />
più elevato da ripagare, mentre su strada si continuano a intercettare le<br />
ragazze che sono arrivate in Italia via mare, sbarcando in Sicilia per poi<br />
spostarsi.<br />
Spesso hanno già subito gravi forme <strong>di</strong> sfruttamento, soprattutto sessuale, nel<br />
corso del loro viaggio dalla Nigeria attraverso la Libia dove molte <strong>di</strong> esse sono<br />
state trattenute. In particolare le minori, una volta in Sicilia, generalmente<br />
soggiornano per un breve periodo presso le comunità <strong>di</strong> accoglienza per minori<br />
dell’isola, dove può accadere che prendano contatti con l’esterno e siano<br />
indotte a fuggire in <strong>di</strong>verse città italiane” (Save the Children Italia onlus, 2010,<br />
p. 1).<br />
La l.n. 94/09 "Disposizioni in materia <strong>di</strong> sicurezza pubblica" affronta il tema<br />
<strong>della</strong> prostituzione minorile all’art. 29 laddove prevede che “le <strong>di</strong>sposizioni<br />
relative al rimpatrio assistito […] si applicano ai minori citta<strong>di</strong>ni dell'Unione<br />
europea non accompagnati presenti nel territorio dello Stato che esercitano la<br />
prostituzione, quando sia necessario nell'interesse del minore stesso, secondo<br />
quanto previsto dalla Convenzione sui <strong>di</strong>ritti del fanciullo del 20 novembre<br />
1989, ratificata ai sensi <strong>della</strong> legge 27 maggio 1991, n. 176”.<br />
Una particolare applicazione del rimpatrio assistito, questa volta a carico dei<br />
minori rumeni, è regolata dalla “Direttiva sulla gestione <strong>della</strong> presenza dei<br />
minori rumeni non accompagnati o in <strong>di</strong>fficoltà presenti sul territorio italiano”<br />
emanata con circolare del Ministero dell’Interno il 10 gennaio 2009 in<br />
attuazione all’Accordo italo-romeno sulla cooperazione per la protezione dei<br />
minori stranieri non accompagnati. La Direttiva in oggetto <strong>di</strong>segna la procedura<br />
per il rimpatrio dei minori romeni in <strong>di</strong>fficoltà sul territorio italiano, procedura<br />
che, pur affidata ad una molteplicità <strong>di</strong> soggetti (tra cui un assistente sociale<br />
<strong>della</strong> Prefettura per curare il progetto <strong>di</strong> rientro), e non sembra prevedere criteri<br />
precisi in base ai quali stabilire se quel minore può o meno essere riportato nel<br />
proprio Paese, né in<strong>di</strong>ca situazioni nei quali il rientro non deve avvenire.<br />
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