Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

vista, la propria sofferenza. È una sfida difficile e complicata ma che non può
non essere raccolta.
Il procedimento amministrativo ex art. 25 implica perciò la consapevolezza per i
giudici di trovarsi di fronte a problemi che non sono risolvibili seguendo
semplicemente un codice penale.
Il magistrato, ascoltando Giovanni e riportando le sue affermazioni sul verbale,
effettua un’azione educativa: il giovane si rende conto in quel momento che le
sue parole contano, il giudice le ha riportate fedelmente, quindi finalmente
qualcuno lo ha ascoltato. Qui il ragazzo realizza che, con l’aiuto di un operatore
sociale, può provare a far comprendere ai propri genitori che non è diventato
quello che loro credono, sicuramente ha sbagliato ma è anche pronto a
riscattarsi e ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni.
All’interno dei propri progetti educativi e sociali questi giovani prendono
coscienza della potenza di ciò che portavano dentro, del dolore che li ha portati
a commettere azioni violente di cui ora si rendono conto.
Tale innovativa concezione della misura rieducativa può portare a mutamenti
anche nel settore penale, rafforzando il senso di presa di coscienza dell’errore
commesso da parte dell’adolescente e allo stesso tempo favorendo una
risposta penale efficace e definitiva.
L’analisi dei percorsi ex art. 25 svolta per la presente indagine e l’esperienza
diretta in udienza amministrativa con i giovani violenti testimonia la possibilità
di ricercare rapporti virtuosi tra procedimenti amministrativi e penali. È un tema
che potrà essere sviluppato nei Tribunali per i minorenni per ricercare le
modalità più adatte.
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