Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

volte mi ha chiesto di farlo, io ho rifiutato e lui mi ha schiaffeggiata. Ho deciso
di scappare perché ero spaventata di tutto; avevo paura di essere violentata, di
essere mandata a lavorare sulla strada; mi sentivo incapace di farlo. Così
scappai.
Una domenica pomeriggio sono saltata sul primo autobus sono rimasta lì così
a lungo da lasciare quanta più distanza possibile da lui. È stata una delle cose
più paurose che io abbia fatto perché non sapevo dove era diretto l’autobus,
non conoscevo nessuno e non vedevo chi avrebbe potuto aiutarmi. Ho
trascorso tutto il giorno piangendo e girovagando alla ricerca di un posto dove
dormire. Sono arrivata alla stazione e ho passato lì la notte.
Il giorno dopo ero seduta su una panca quando mi si è avvicinata una signora
chiedendo perché stavo piangendo. Io non ho risposto e ho girato lo sguardo.
Lei ha scritto qualcosa su un foglietto e lo ha lasciato lì. Più tardi ho scoperto
che era un indirizzo. Potevo scegliere di scoprire dove portasse o restare notti
e notti nello stesso posto. Ho deciso di tentare pensando che forse (e dico
forse) Dio mi aveva aiutata mandandomi qualcuno che mi poteva aiutare.
Sono andata in cerca del posto mostrando il pezzo di carta a tutti quelli che
incontravo. Ho passato l’intera giornata girando e temendo che chi mi aveva
portata in Italia mi stesse cercando, o di poterlo incontrare. Infine, verso le 17
sono arrivata alla Casa delle Donne e lì ho trovato persone gentili che mi
hanno dato affetto, che mi hanno fatta ridere, che mi hanno baciata e
coccolata. Così, quando mi sento male a modo mio, sono felice che tra tutte le
cattive esperienze ho trovato amore, amicizia e, soprattutto, una famiglia.
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