Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

dell’ordine è stato sicuramente prezioso per loro, per interrompere una catena
di abbrutimento e di violenza e aiutarle a costruire un’idea di futuro. Questo è
vero qualunque sia la scelta finale, di ritornare nel proprio Paese come per
Gloria, con un rimpatrio assistito, o di provare a stabilirsi in Italia, come ha fatto
Joyce.
Diverso è il discorso per Alexandru che esemplifica quanto rilevato da altre
indagini a proposito della prostituzione maschile di giovani rom. Insieme agli
amici sta sperimentando un modo ancora più sottile di prostituirsi scegliendo
un partner ricattabile per poi passare all’estorsione. Ciò non toglie che sia lui il
soggetto fragile della vicenda, e occorre domandarsi quali segni resteranno
nella sua personalità in seguito a queste esperienze, quanto esse saranno
conformanti per il futuro e come gli si potrà proporre una prospettiva diversa. Di
Alexandru sappiamo che successivamente al procedimento amministrativo ha
affrontato diversi processi penali sia presso il tribunale per i minorenni di
Bologna che presso un tribunale ordinario, sempre riferiti al concorso in
estorsioni verso uomini adulti con i quali aveva avuto rapporti sessuali. Non
risulta che in alcun modo si sia riusciti a scalfire la sua corazza. Nel processo
in cui è stato messo alla prova e collocato in una comunità educativa, è fuggito
ben presto senza più dare notizie di sé.
5.7. Una storia a lieto fine
Sono nata 16 anni fa nello Zimbabwe e sono cresciuta senza mamma, poiché
morì alla mia nascita. L’unica persona che ho conosciuto, che ho amato con
tutto il mio cuore è stato mio padre, che mi trattava come la sua piccola
principessa fungendo sia da mamma sia da papà. Credo di essere stata
fortunata ad avere avuto un padre che mi adorava tanto. Sfortunatamente non
abbiamo potuto vivere per sempre insieme; non ha avuto la gioia di vedermi
crescere, non ha potuto sostenermi ogni volta che piangevo, non ha potuto
rimproverarmi quando non passavo gli esami scolastici, e io non ho potuto
vederlo invecchiare.
Quando avevo circa sei anni mio padre e io ci siamo trasferiti in una fattoria
dove lui è stato assunto come bracciante agricolo da una coppia di inglesi.
Siamo vissuti lì per circa un anno, poi mio papà è morto di malaria.
[…] Le persone per cui aveva lavorato erano d’accordo di prendermi in carico.
Sono rimasta con loro: andavo a scuola, avevo cibo da mangiare e potevo
dormire in un bel posto. Le cose sono andate bene fino all’anno scorso,
quando tutto si è capovolto.
Il nostro presidente Mugabe, non volendo cedere il comando, ha dato inizio alla
“redistribuzione delle terre” in base alla quale persone armate eliminavano i
proprietari terrieri confiscandone le terre. Questa redistribuzione ha interessato
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