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Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

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corridoio con quello dei giu<strong>di</strong>ci con cui dovrà parlare e raccontare, <strong>di</strong> questo<br />

figlio così <strong>di</strong>fficile, così <strong>di</strong>verso da come pensava <strong>di</strong> averlo educato.<br />

Di certo non pensava <strong>di</strong> aver cresciuto un figlio così <strong>di</strong>fficile e aggressivo. Un<br />

“mostro”.<br />

Questo padre pensa che verrà giu<strong>di</strong>cato un cattivo genitore, perché non ha<br />

visto, non ha capito e non ha saputo prevedere le trasgressioni del figlio.<br />

Quando si accorge che l’incontro con i giu<strong>di</strong>ci non è sentenziante ma <strong>di</strong><br />

sostegno e ascolto allora si rilassa e riesce a parlare <strong>di</strong> quel “mostro” e forse,<br />

proprio in quel momento, inizia a pensare e a riflettere sui suoi comportamenti<br />

e su quelli del figlio in una prospettiva più positiva.<br />

“Si deve però avere il coraggio <strong>di</strong> avvicinarsi al “mostro”, guardarlo in faccia<br />

scoprendo che tale non è o, per lo meno, non lo è sempre stato e magari non<br />

lo sarà mai più” (M. Grimol<strong>di</strong>, 2008, p. 19).<br />

La quasi totalità delle famiglie convocate in tribunale a seguito dell’apertura <strong>di</strong><br />

un proce<strong>di</strong>mento rieducativo si presentano all’u<strong>di</strong>enza. È un evidente segno<br />

che il senso del dovere e <strong>della</strong> responsabilità nei confronti dei propri figli, questi<br />

genitori lo sentono molto forte e presente. Non sono assenti, forse sono solo<br />

impreparati e impotenti.<br />

Hanno tentato probabilmente <strong>di</strong> dare regole ai propri figli, ma poi non hanno<br />

saputo trovare una coerenza educativa adeguata ad affrontare le loro<br />

trasgressioni. Quando vengono in tribunale si aspettano che siano i giu<strong>di</strong>ci a<br />

stabilire la sanzione e la punizione per questo figlio ribelle e <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>ente.<br />

Il concetto <strong>di</strong> punizione e <strong>di</strong> rispetto dei precetti in una famiglia è<br />

profondamente legato alla comunicazione e questa presenta un elevato grado<br />

<strong>di</strong> complessità. In altre parole, in una famiglia ci possono essere modalità nella<br />

trasmissione delle <strong>di</strong>rettive tra i propri componenti che passano attraverso un<br />

meccanismo <strong>di</strong> gratificazione e punizione quanto mai problematico. Famiglie in<br />

cui la confusione dei messaggi impe<strong>di</strong>sce un sistema <strong>di</strong> regole e punizioni<br />

chiare.<br />

Il rapporto tra regole e punizioni è un principio car<strong>di</strong>ne all’interno<br />

dell’educazione famigliare: a volte l’origine dei comportamenti violenti, in casa<br />

o fuori, è <strong>di</strong>retta conseguenza <strong>della</strong> mancanza <strong>di</strong> un limite imposto dalle figure<br />

genitoriali.<br />

Il proce<strong>di</strong>mento rieducativo (art.25) può aiutare le famiglie in questo, e proporre<br />

una nuova modalità, che non è quella classica <strong>della</strong> trasgressione/sanzione;<br />

una proposta nuova e originale che impone a tutti gli “attori” presenti <strong>di</strong><br />

cambiare, <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare le proprie <strong>di</strong>namiche cercandone <strong>di</strong> nuove e più<br />

funzionali.<br />

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