Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

- il furto (77 m, 23 f) è diretto dalle ragazze contro i familiari (48% f, 18% m)
o contro altri adulti e si svolge soprattutto a casa (52%). È soprattutto
maschile il furto contro coetanei (30% m, 9% f) e in ambito scolastico (25%
m, 9% f). Maschi e femmine rubano da soli nella metà dei casi; nei
rimanenti, le ragazze rubano a volte con il fidanzato, i ragazzi spesso
insieme agli amici (40% m, 17% f);
- le fughe da casa, soprattutto femminili, vengono comunque agite da
entrambi i sessi (39 m, 54 f) ma in modo diverso. I ragazzi fuggono da soli
(77%) o con il gruppo dei pari (20%), le ragazze scappano sì da sole (52%)
ma spesso con il fidanzato (43%), meno di frequente con gli amici;
- la frequentazione di ambienti devianti (38 m, 35 f) avviene insieme al
gruppo dei pari sei volte su dieci, ma è importante ricordare che il 29%
delle ragazze lo fa insieme al partner, contro il 3% dei ragazzi.
Quanto visto fin qui porta alla luce una realtà quanto mai tradizionale. Ragazzi
e ragazze sono entrambi portati a trasgredire ma lo fanno in modo diverso,
prima di tutto per il contenuto delle condotte che tra i primi è rivolto all’esterno,
tra le seconde contro di sé.
Anche quando i comportamenti paiono gli stessi resta diverso il loro svolgersi e
il loro significato. Le relazioni di riferimento in adolescenza sono il gruppo dei
pari per i maschi, il partner per le ragazze.
I primi condividono con il gruppo il desiderio di sentirsi forti, diversi, liberi, ed
esprimono con gli amici la loro energia anche distruttiva.
Per le ragazze l’irregolarità è una questione più intima, spesso agita con
modalità autodistruttive e tra le mura di casa. La violenza verso i familiari e il
furto in casa sono i comportamenti violenti più diffusi nel campione femminile e
dicono ancora tanto di relazioni ricercate o messe alla prova nell’ambito dei
rapporti primari. Il fidanzato sembra quasi un lasciapassare per entrare in
contatto – in senso trasgressivo, a volte distruttivo – con il mondo esterno. È
con lui che le ragazze possono rubare fuori casa, saltare le lezioni scolastiche,
sfidare i genitori, consumare alcol o droghe. È con lui che si danno una identità
sociale ribelle che assume un rilievo se non altro per le conseguenze di alcune
condotte o per il loro riverbero nelle relazioni con gli altri. Si arriva a concludere
forse nel più banale dei modi, sulla necessità di rinforzare le ragazze
nell’autostima, nell’autonomia, nella capacità di percepirsi come persone che
hanno valore e che possono operare delle scelte indipendentemente
dall’andamento delle loro relazioni affettive. E, d’altro canto, sull’opportunità di
accompagnare i ragazzi oltre il chiasso, oltre il senso di diffusione della
responsabilità che il gruppo permette quando si condividono azioni devianti,
trovando le chiavi di accesso per valorizzare in senso positivo la loro energia e
la loro voglia di protagonismo.
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