Gruppo di ricerca della Zancan Formazione - Assemblea Legislativa

sta occupando dei bambini. Moltissimi elementi, alcuni dei quali drammatici e
comunque difficili da prevedere e indipendenti dalla scelta dei minori.
Avviene così che questi giovani “viaggiatori non per scelta” si ritrovino ad
affrontare un nuovo distacco – dai parenti, dagli amici, dalla scuola, dai propri
paesaggi, dalla lingua, dalle abitudini, dal cibo... - per avvicinarsi ad una realtà
sconosciuta, da confrontare con le fantasie che avevano maturato dentro di sé.
Anche i genitori non assomigliano all'immagine custodita nel ricordo o nella
fantasia. Soprattutto per chi viaggia nella preadolescenza è difficile cancellare
la sensazione di essere stati abbandonati e poi ripresi a proprio piacimento.
Nel nuovo Paese, con un forte impegno di risorse personali, questi ragazzi
dovranno costruire rapidamente un nuovo mondo di significati in una sintesi
tutta personale tra ciò che hanno alle spalle e ciò che via via sperimentano, e
parliamo qui di regole, spazi, parole, relazioni, condotte, senso del giusto e
dell'ingiusto.
Molti imparano la lingua più in fretta dei genitori, parlano al posto dei grandi e
così facendo si sentono maturi in fretta. Certo più dei coetanei italiani che
hanno attraversato prove meno esigenti, e ancor più dei compagni di classe
che, in molti casi, sono più giovani di qualche anno perché i ragazzi che non
parlano italiano vengono spesso automaticamente “retrocessi” di un paio
d'anni, pensando erroneamente di facilitare la loro integrazione.
“Cercare se stessi tra memoria e progetto, andare verso il mondo senza
perdere i riferimenti e gli “ancoraggi” rispetto alla propria storia: è il processo
che coinvolge tutti gli adolescenti”, sintetizza Graziella Favaro. “La migrazione
rende più acute determinate scelte, poiché introduce con forza gli elementi del
confronto tra luoghi, spazi, tempi differenti” (G. Favaro, 2000).
La scelta di appartenenza che discenderà dal confronto, a favore dell'una o
dell'altra cultura, o di entrambe, o di nessuna, porta in sé il rischio del
tradimento dell'una o dell'altra parte.
Alcuni imparano a destreggiarsi e a sentirsi ugualmente e diversamente inseriti
nell'una e nell'altra cultura. Marie Rose Moro parla di bilocazione identitaria
come capacità di questi adolescenti di sentirsi contemporaneamente
appartenenti a due territori. Nel tempo la molteplicità può costituire una risorsa,
un elemento di maggiore flessibilità e dialogo interno da spendere anche nella
relazione con gli altri.
In queste fasi di incertezza vi sono minori che reagiscono contro se stessi, con
la passività e la sottomissione, ed altri che adottano strategie di affermazione
contrassegnate dallo scontro e dall'aggressività. Ragazzi di entrambe le
tipologie giungo al Tribunale attraverso le segnalazioni, anche se il secondo
gruppo è maggiormente rappresentato. “I minori che manifestano attraverso
l’impulsività e l’aggressività le difficoltà da loro incontrate nel tentativo di
difendere la propria appartenenza culturale e di occupare un posto definito
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