Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />
Lucca. Un contesto con monete del X secolo dell'area dell'ex ospedale Galli Tassi<br />
terragna, tre adulti <strong>di</strong> sesso maschile e due <strong>di</strong><br />
sesso femminile (jigg. 2, 4). La sovrapposizione<br />
delle tombe e il loro <strong>di</strong>verso orientamento possono<br />
essere in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> uno sfruttamento intensivo<br />
<strong>dello</strong> spazio <strong>di</strong>sponibile; il settore indagato rientra,<br />
infatti, nell'area <strong>di</strong> uno dei più importanti ed<br />
estesi cimiteri urbani, in uso fino al XVIII secolo.<br />
Il luogo, noto volgarmente come "il carnaio, confinava<br />
con i giar<strong>di</strong>ni del monastero <strong>di</strong> Santa Giustina<br />
e vi venivano sepolti anche i defunti del vicino<br />
ospedale <strong>di</strong> S. Luca. 6)<br />
Il tipo <strong>di</strong> sepoltura, la posizione dei defunti,<br />
deposti supini con le braccia incrociate all'altezza<br />
dell'addome, e i reperti ceramici, orientano la datazione<br />
al XII secolo, epoca cui è attribuibile anche la<br />
torre quadrangolare contigua. Degni <strong>di</strong> nota sono<br />
due aspetti del rituale funerario rilevati nello scavo<br />
delle tombe 1 e 4: la prima presentava una serie <strong>di</strong><br />
corni animali <strong>di</strong>sposti intorno al cranio del defunto,<br />
con evidente funzione apotropaica; la seconda presentava<br />
due omeri, appartenuti ad un altro in<strong>di</strong>viduo<br />
deposto accanto (tomba 3), <strong>di</strong>sposti a croce e<br />
sistemati all'altezza del torace dell'inumato. 7)<br />
FIG. 4. - Le prime due sepolture scoperte (tb.1 US 34<br />
e tb.2 US 37) con orientamento opposto; a<br />
destra, affiora un filare delle mura romane.<br />
Gli strati altome<strong>di</strong>evali<br />
Le sepolture erano alloggiate in una massicciata <strong>di</strong> ciottoli, pietrame e malta (US 31 e 63), forse residuo<br />
<strong>di</strong> un piano stradale esterno alle mura urbane e anteriore alla costruzione della torre. Tale strato sigillava<br />
un potente accumulo alluvionale (US 66) <strong>di</strong> limo marroneverde, probabilmente da attribuire ad un'esondazione<br />
fluviale del vicino Auser. L'abbandono dell'area fa seguito ad un periodo <strong>di</strong> frequentazione ben<br />
evidente nei livelli sottostanti (US 68, 71), fortemente antropizzati. In particolare, lungo la cortina muraria<br />
è stato messo in luce un piano <strong>di</strong> calpestio (US 70), in terra battuta con piccoli ciottoli, frustoli <strong>di</strong> laterizio<br />
e malta, sul quale è stato scoperto il gruzzolo <strong>di</strong> 32 monete d'argento (jigg. 57). 8) Le monete erano con<br />
6)<br />
Per questo, per il momento ABELABIANCHINI, pp. 25 ss.; per l'Ospedale <strong>di</strong> San Luca, RAGONE 1993.<br />
7)<br />
Altre sepolture portate in luce nei due settori indagati presentano aspetti inconsueti nel rituale <strong>di</strong> deposizione, che riguardano sia la posizione<br />
degli arti, sia l'inserimento <strong>di</strong> pietre su parti anatomiche, con probabile funzione protettivoapotropaica che sarà approfon<strong>di</strong>ta in altra sede.<br />
8)<br />
Il ritrovamento è avvenuto il 24 gennaio 2002; le monete, prontamente restaurate con il decisivo contributo finanziario del Comune <strong>di</strong><br />
Lucca, sono state presentate al pubblico nella mostra La città nascosta. Venti anni <strong>di</strong> scoperte archeologiche a Lucca, aperta dal maggio al<br />
novembre 2002 (dapprima in Villa Bottini, in seguito nei sotterranei del Baluardo San Paolino): si veda ABELABIANCHINI, p. 25. Per le operazioni<br />
<strong>di</strong> primo intervento sui materiali, la collaborazione <strong>di</strong> Gerardo Pinto e <strong>di</strong> Daniela Antonetti, del Museo Nazionale <strong>di</strong> Villa Guinigi in Lucca<br />
(destinazione finale del complesso), è stata come al solito preziosissima, ed è stata resa possibile dalla piena <strong>di</strong>sponibilità assicurata da Maria<br />
Teresa Filieri, <strong>di</strong>rettrice del Museo. La documentazione fotografica delle monete, eseguita con tecnica <strong>di</strong>gitale, è stata curata da Fernando Guerrini,<br />
del Gabinetto Fotografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.<br />
155<br />
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