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Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />

Raccolte Numismatiche e scambi antiquari a Bologna fra Quattrocento e Seicento ­ Parte II<br />

Sempre della stessa mano (sempre caratterizzata da un solo ductus, pur in <strong>di</strong>fferenti momenti e con<br />

<strong>di</strong>verse penne), è anche infine l'unico pezzo che non possiamo definire, come il catalogo <strong>di</strong> Sorbelli una<br />

copia <strong>di</strong> opera a stampa, e che non porta alcuna datazione dell'azione <strong>di</strong> copiatura, come negli altri casi: si<br />

tratta del manoscritto B. 191, che, privo <strong>di</strong> un titolo definito, porta all'inizio, al verso della prima carta, la<br />

<strong>di</strong>citura Numismata latina Imperatorum Rom. e all'interno <strong>di</strong> una appena accennata sud<strong>di</strong>visione per aere<br />

magno e poi me<strong>di</strong>o, et minimo riporta in maniera <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata pezzi in bronzo e in argento senza un preciso<br />

or<strong>di</strong>ne cronologico e con continue aggiunte, e con descrizioni talora notevolmente sintetiche, se non ad<strong>di</strong>rittura<br />

veri e propri accenni, <strong>di</strong>mostrandosi più un insieme <strong>di</strong> appunti <strong>di</strong>versi che un testo organicamente<br />

congeniato.<br />

Questa serie <strong>di</strong> manoscritti, se an<strong>di</strong>amo a proporre un confronto grafico, è sorprendentemente vicina<br />

ad alcune lettere autografe <strong>di</strong> Magnavacca, cui si accosta con grande somiglianza anche il ductus del manoscritto<br />

37<strong>36</strong> della Biblioteca Universitaria <strong>di</strong> Bologna (ovvero l'In<strong>di</strong>ce della collezione Polazzi), tra<strong>di</strong>zionalmente<br />

considerato autografo e calligrafico.<br />

Tutti questi pezzi hanno in comune non solo la mano e il ductus, ma anche l'impostazione grafica della<br />

pagina, l'uso dei titoletti e dei nomi degli imperatori. Teniamo inoltre presente il lungo spazio <strong>di</strong> anni in cui<br />

i manoscritti sono stati redatti. Un significato possibile per questi co<strong>di</strong>ci, copie <strong>di</strong> testi a stampa, è il loro<br />

uso nella compilazione del testo definitivo della Nota, per la quale possono essere utilizzati come materiali<br />

<strong>di</strong> riferimento per l'in<strong>di</strong>viduazione delle monete più rare.<br />

Gli anni piuttosto tar<strong>di</strong> inoltre sono conciliabili con l'idea <strong>di</strong> una copia calligrafica finale <strong>di</strong> questi testi,<br />

che certo dovevano essere sottoposti all'usura dovuta alla continua lettura e gli anni dal 1706 e soprattutto<br />

dal 1714 al 1716 sono anni in cui ancora non è attestato il massimo calo della vista in Magnavacca.<br />

Importante è anche considerare come la mano che re<strong>di</strong>ge il gruppo dei manoscritti che definiamo<br />

«orettiani» della Biblioteca dell'Archiginnasio e l'impostazione grafica in essi seguita sia ben corrispondente<br />

con la grafia e l'impostazione della versione successiva della Nota, datata 1718 e conservata nel ms.<br />

3746 della Biblioteca Universitaria, in una copia anch'essa autografa, se confrontata con le lettere. 447)<br />

Ve<strong>di</strong>amo questo testo in particolare: è intitolato Vera, e <strong>di</strong>stinta nota delle Medaglie Imperiali che formano<br />

la serie, che d'or<strong>di</strong>nario si pratica da SS.ri Dilettanti, con una breve Instruttione ò regola per conoscerle,<br />

e con li suoi prezzi <strong>di</strong>stinti per ciascheduna, datata 1718. 448) L'operetta è de<strong>di</strong>cata ai Principianti ad<br />

effetto che con essa restino quel poco informati della qualità, che devono avere le buone, e vere [medaglie]<br />

a <strong>di</strong>fferenza delle false e contraffatte, aggiuntivi anche il solito loro prezzo, e valore all'uso <strong>di</strong> Roma. Nella<br />

sua introduzione Magnavacca si rivolge all'antiquario principiante che desideri soltanto raccogliere le<br />

medaglie, lasciando il compito <strong>di</strong> scriverne agli gostini, Erizzi, ngeloni, Bellori, Vailant, et altri eru<strong>di</strong>tissimi<br />

uomini che sopra detta Materia hanno dato alle stampe copiosi volumi e limita il campo alla serie<br />

degli imperatori e imperatrici, da Pompeo Magno e Giulio Cesare, fino a Gallieno e Postumo tralasciando<br />

447)<br />

Prima del 1718 la Nota è già ricordata da ORLANDI (1714), p. 138. Dopo la morte dell'Autore se ne fa cenno in Giornale dei Letterati<br />

d'Italia, t. XXXVI (1724), pp. 291­292; FANTUZZI, V (1786), p. 120 e MORIGI GOVI (1986), p. 93.<br />

448)<br />

BUBo, ms. 3746, appartenuta ad Ubaldo Zanetti (sec. XVIII), come da postilla ms. sulla coperta. Esiste un'altra copia datata 1718,<br />

ma posteriore: BCABo, Fondo Biancani Tazzi, cartone VI, pezzi 14 (ovvero la prima parte, cc. 8) e 13 (la seconda parte, cc. 8) su cui SORBEL­<br />

LI (1906), p. 276, scritta dalla stessa mano <strong>di</strong> un altro testo appartenuto a Gian Giacomo Amadei che è in BCABo, Fondo Biancani Tazzi, cartone<br />

VI, pezzi 4­5.<br />

271<br />

http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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