Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />
Federica Missere Fontana<br />
La storia <strong>di</strong> Francesco Lotti ha un'appen<strong>di</strong>ce nella lunga vicenda del fratello minore, Lotto Lotti<br />
(1657-1714), 252) che avendo ere<strong>di</strong>tato la parte restante della collezione trattiene senza pagarla, una moneta<br />
<strong>di</strong> Marciana, inviata da Patin poco prima della morte <strong>di</strong> Francesco e la rivende, come pare, a Valerio<br />
Polazzi. Quest'acquisto tar<strong>di</strong>vo ci fa pensare che la passione <strong>di</strong> Francesco Lotti per gli oggetti antichi, e in<br />
particolare le monete, non fosse del tutto sopita. Il fratello ricorda che egli haveva esitate [le medaglie]<br />
essendo in letto, 253) forse ben conoscendo l'indole venale <strong>di</strong> Lotto, considerato da Patin una sorta <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>tore<br />
della memoria <strong>di</strong> Francesco. 254) Il tentativo <strong>di</strong> Patin <strong>di</strong> ottenere il pagamento della moneta <strong>di</strong> Marciana,<br />
oppure la sua restituzione, sia attraverso lettere a Lotto, sia attraverso la me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Magnavacca e <strong>di</strong><br />
altri personaggi coinvolti, tra ultimatum e <strong>di</strong>lazioni, perdura, costante in quasi tutte le lettere al<br />
Magnavacca, fino al 1684, data in cui, probabilmente, egli abbandona l'idea. 255)<br />
A conclusione possiamo rilevare che la figura del Lotti è <strong>di</strong> estremo interesse, i dati raccolti ci mostrano<br />
un personaggio <strong>di</strong> primo piano, con una rete <strong>di</strong> relazioni personali e <strong>di</strong> interessi numismatici complessa<br />
e strettamente collegata al mondo antiquario dell'epoca, anche al <strong>di</strong> là dei confini citta<strong>di</strong>ni, un livello <strong>di</strong><br />
coinvolgimento nella pratica collezionistica e nell'interesse eru<strong>di</strong>to, che lo pongono come prosecutore <strong>di</strong><br />
quella tra<strong>di</strong>zione antiquaria che aveva avuto i suoi migliori esempi bolognesi in Negri e Capponi, e perfetto<br />
anticipatore della figura del grande antiquario, Magnavacca, del quale possiamo immaginarlo in qualità<br />
<strong>di</strong> «maestro bolognese».<br />
La figura <strong>di</strong> Giuseppe Magnavacca (16<strong>39</strong>-1724, igg. 29-32), 256) figlio <strong>di</strong> Alessio, si pone al centro<br />
dell'antiquaria bolognese del secolo XVII e ne travalica i confini per l'importanza del personaggio, della<br />
sua fama, resa evidente dalla sua ricca serie <strong>di</strong> relazioni epistolari e dal fatto <strong>di</strong> essere considerato da molti<br />
antiquari dell'epoca vero e proprio punto <strong>di</strong> riferimento: Antiquariorum Italiae Princeps, come lo definisce<br />
Vaillant, in quanto il maggior esperto in prattica delle medaglie. 257)<br />
252)<br />
Su cui FANTUZZI, V (1786), pp. 83-84: autore in <strong>di</strong>aletto bolognese e per il teatro, scrisse drammi musicali che hanno per protagonisti<br />
personaggi dell'antichità classica greci e latini, da Milziade a Di<strong>di</strong>o Giuliano; dal 1685 fu a Parma, dove scrisse per i Farnese, si v. LOTTO<br />
LOTTI, Rime<strong>di</strong> per la sonn, testo critico, traduzioni e note <strong>di</strong> M. G. ACCORSI, Bologna 1980, Scelta <strong>di</strong> curiosità letterarie ine<strong>di</strong>te o rare del secolo<br />
XIII al XIX, <strong>di</strong>spensa CCLXXIII, p. XXIII: nacque nel 1657 e p. XXIV, n. 2: ebbe per genitori Domenico Lotti e Lucrezia Bossi.<br />
253)<br />
BCABo, ms. B. 1715, lett. 42, <strong>di</strong> Patin a Magnavacca, da Padova, 25 luglio 1680.<br />
254)<br />
BCABo, ms. B. 1715, lett. 49, <strong>di</strong> Patin a Magnavacca, da Padova, 6 ottobre 1682.<br />
255)<br />
BCABo, ms. B. 1715, lett. 66-73 (1679); 31, 34-45, 47 (1680); 50 (1681); 49, 52, 74-75 (1682), 77-78 (1684), <strong>di</strong> Patin a Magnavacca.<br />
256)<br />
Biografie in P.A. ORLANDI, Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 186; ORLANDI (1714), pp. 137-138, il quale <strong>di</strong>ce che aveva <strong>di</strong>segni,<br />
pitture, libri, cammei, gioie, medaglie e manoscritti riguardanti Bologna; FANTUZZI, V (1786), pp.118-120 e IX (1794), p. 143; G.P. ZANOT-<br />
TI, Storia dell'Accademia Clementina, Bologna 17<strong>39</strong>, I, pp. 187-194, d'ora in poi ZANOTTI (17<strong>39</strong>); il testo è stato consultato anche nella copia<br />
con postille autografe dell'A., in BCABo, ms. B. 11-12, che nel vol. I (B.11), p. 187 ricorda la sua amicizia con Magnavacca, a suo tempo amico<br />
<strong>di</strong> Malvasia, e suo importante <strong>di</strong>fensore dalle critiche del canonico Vittoria; Id., BCABo, ms. B. 6, cc. 282r, 283v, 282bis v.; Giornale dei letterati<br />
d'Italia, t. XXXVI (1724), pp. 288-292. V.a. MORIGI GOVI (1986), pp. 92-93. La sua fede battesimale si trova in ASBo, FMC, s. IV, b.<br />
19/679, insieme ad un elenco dei suoi tre fratelli e tre sorelle nati fra il 1628 e il 1637. Magnavacca è ricordato da VAILLANT (1674), I, pp. 30,<br />
38, 72, 83, 131, 169 (monete in bronzo) e II, pp. 92, 96, 101, 125 (oro e argento), MEZZABARBA (1683), passim; VAILLANT (1688) e VAILLANT<br />
(1700), che ne ricorda anche 94 medaglie imperiali greche in bronzo, pp. 17, 23, 24 (2 monete), 35-<strong>36</strong>, 38, 40-41, 47-51, 55, 57, 58 (3 monete),<br />
63 (2 monete), 68, 70, 72-73, 75 (2 monete), 76, 79, 82, 85 (3 monete), 88-89, 96, 100, 101 (2 monete), 102, 104-106, 108, 109 (2 monete), 110,<br />
112 (2 monete), 115, 117 (3 monete), 118, 120, 121, 125 (2 monete), 126, 128 (2 monete), 129 (2 monete), 135, 137, 1<strong>39</strong> (2 monete), 140, 142,<br />
144, 148, 150-151, 153 (2 monete), 155-156, 159-160, 162-167, 170-171, 177, 180 (2 monete), 182, 184-185, 187. Egli inoltre compare nella<br />
lista <strong>di</strong> LOTTI-LETI (1676), nella sintesi <strong>di</strong> PATIN (1683) e da SPON (1679).<br />
257)<br />
VAILLANT (1688) così lo definisce rieccheggiando le parole dette per Francesco Cameli, antiquario <strong>di</strong> Cristina <strong>di</strong> Svezia e maestro<br />
romano <strong>di</strong> Magnavacca, Rei Nummariae Princeps, si veda la v. Cameli Francesco, DBI, 17 (1974), pp. 163-164, <strong>di</strong> N. PARISE.<br />
246<br />
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