Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />
Federica Missere Fontana<br />
Un altro interessante aspetto del quadro sopraesposto è il legame fra il collezionismo numismatico e<br />
le categorie professionali e sociali della città. uesto legame si legge particolarmente bene per la seconda<br />
metà del Seicento, epoca in cui l'abbondanza dei dati consente <strong>di</strong> istituire un parallelo fra questa situazione<br />
e il collezionismo allargato dalla fascia aristocratica a quella borghese, dei liberi professionisti, artigiani<br />
e mercanti, che si evidenzia per la committenza e il collezionismo pittorico, come delineato da Raffaella<br />
Morselli: A Bologna, lungo i decenni centrali del secolo, il collezionismo <strong>di</strong>venta un fenomeno davvero<br />
esplosivo, una smania che sembra cogliere un po' tutti quanti, competenti e incompetenti; aristocratici e<br />
borghesi, e <strong>di</strong>lagare nelle case più o meno signorili della città. 684)<br />
I collezionisti <strong>di</strong> medaglie antiche sono gli appartenenti al clero, <strong>di</strong> ogni rango (Boncompagni vescovo<br />
e i frati), ma soprattutto uomini <strong>di</strong> cultura (Malvasia, Marsili Anton Felice, Negri Giovan Francesco e<br />
Alessandro, Ricci, Minio), me<strong>di</strong>ci (da Malpighi agli eru<strong>di</strong>ti coinvolti nell'Università - Capponi, Livizzani<br />
- e nella tutela del patrimonio pubblico aldrovan<strong>di</strong>ano), gli esponenti della nobiltà (Cospi, Gessi, Zani) e<br />
i notai (Borgolocchi, Cavazza). Ad essi si affiancano, con non minore <strong>di</strong>gnità e importanti raccolte, personaggi<br />
che provengono dal ceto mercantile, <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso calibro, dai banchieri Lotti e Marchesini, al ricco mercante<br />
<strong>di</strong> seta Polazzi, al cappellaio Mainetti (<strong>di</strong> antica famiglia locale). Abbiamo inoltre personaggi provenienti<br />
dall'ambiente più vicino alla produzione dell'arte: essi portano il titolo <strong>di</strong> «pittore», strictu sensu<br />
come Gennari, ma spesso in realtà sono veri e propri periti ed interme<strong>di</strong>ari e mercanti d'oggetti d'arte, come<br />
Giovanni Francesco Negri, Tamburini, Magnavacca e Sabatini (a Roma) o sono orefici, come Biancani e<br />
Nanni. Si assiste ad una mescolanza <strong>di</strong> atteggiamenti: alcuni personaggi <strong>di</strong> carattere «pratico» e mercantile,<br />
come Negri e Magnavacca, collezionano con intento eru<strong>di</strong>to e magniloquente, o - ad esempio - un<br />
me<strong>di</strong>co come Laurenti si <strong>di</strong>letta a scrivere una sorta <strong>di</strong> manuale del perito d'arte, segno <strong>di</strong> una continua<br />
compenetrazione <strong>di</strong> ruoli e situazioni, <strong>di</strong> interessi e negozi, in definitiva segno indelebile della vitalità<br />
dell'ambiente antiquario bolognese.<br />
Una parte dei collezionisti <strong>di</strong> monete ha avuto anche una notevole passione per la raccolta dei <strong>di</strong>segni:<br />
vi sono coinvolti Bonfiglioli, Laurenti, Magnavacca, Malvasia, Marchesini, Negri e Polazzi.<br />
uesto quadro complesso ed articolato - giova ripeterlo - concorda con quello delineato da<br />
Raffaella Morselli, sulla base della sua vasta indagine della vita delle collezioni bolognesi a partire dagli<br />
inventari testamentari in Archivio <strong>di</strong> <strong>Stato</strong> <strong>di</strong> Bologna. La <strong>di</strong>fferenza - invero ovvia e comunque rilevante<br />
- è nel dato quantitativo: le collezioni <strong>di</strong> monete antiche sono <strong>di</strong> numero molto inferiore a quelle <strong>di</strong> arti<br />
maggiori, soprattutto pittura, avendo meno impatto visivo e decorativo, costituendo in definitiva una <strong>di</strong>fferente<br />
espressione <strong>di</strong> status symbol. La collezione numismatica non ha neppure la funzione decorativa<br />
complementare alla pittura che possono avere altri oggetti antichi <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni, ma usufruisce<br />
<strong>di</strong> un suo particolare e complesso co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> aprrezzamento, che la <strong>di</strong>stingue dagli altri tipi <strong>di</strong> seriazioni.<br />
L'alto prezzo delle monete e la <strong>di</strong>fficoltà a formare le raccolte, a causa del rischio dei falsi e della<br />
necessità <strong>di</strong> un bagaglio <strong>di</strong> eru<strong>di</strong>zione altamente specializzato, facevano sì che esse non fossero alla portata<br />
<strong>di</strong> tutti, ma conseguenza <strong>di</strong> una precisa scelta del collezionista.<br />
Da un punto <strong>di</strong> vista strettamente numismatico è importante notare che, nonostante non sia nota la particolareggiata<br />
composizione della maggiorparte delle raccolte, 685) sono ben testimoniati i due filoni <strong>di</strong> col<br />
684)<br />
MORSELLI (1997), pp. XVI e XXV.<br />
685)<br />
Dato negativo che però dovrebbe investire - come <strong>di</strong> solito - soltanto le raccolte cosiddette minori.<br />
310<br />
http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it