Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />
Federica Missere Fontana<br />
Importanti per la sorte della collezione <strong>di</strong> Magnavacca sono lettere che il nostro si scambia tra il 1703 e il<br />
1704 con Giovanni Matteo Marchetti, in quegli anni vescovo <strong>di</strong> Arezzo, il quale dopo un periodo <strong>di</strong> trattativa,<br />
458) acquista parte della raccolta, la serie delle mezzane sulla base <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stesa notitia in carta, ovvero un<br />
catalogo, redatto dallo stesso possessore e desidera ricevere anche una in<strong>di</strong>cazione dei re <strong>di</strong> Siria e delle teste<br />
imperiali contenute nella sua serie <strong>di</strong> greche e siriache, denotando qualcosa della loro conservazione, come<br />
anco <strong>di</strong> quelle degl'Imperatori Latini, che da V.S. sono stimate più rare con la loro iscrizione e l'ultimo prezzo<br />
che Magnavacca ne vuole ricavare. Il tutto avviene nell'ottica <strong>di</strong> un esito totale (o quasi) della serie in bronzo.<br />
Il bolognese invia per prima cosa l'in<strong>di</strong>ce delle mezzane latine, cui però Marchetti desiderebbe aggiungere<br />
le coloniali e le greche, nonché la serie delle Donne Auguste. Proprio sulla serie imperiale mezzana e latina si<br />
svolge il negozio vero e proprio: esse sono portate a Firenze, in<strong>di</strong>rizzate al cavaliere Coriolano Montemagni:<br />
dopo qualche controllo e tentennamento Marchetti acquista questo gruppo <strong>di</strong> monete, per centottanta scu<strong>di</strong> (lettera<br />
del 6 settembre 1703), e si prosegue con l'invio <strong>di</strong> Magnavacca della nota delle Auguste, specificando il<br />
vescovo che non desidera comprare le medaglie <strong>di</strong> forma grande, in quanto già ne abbonda e non ha gran<strong>di</strong><br />
fon<strong>di</strong> per queste spese. Delle medaglie delle Auguste, giunte a Firenze nel novembre 1703 per essere esaminate<br />
da un perito intendente <strong>di</strong> tal Professione per conto del vescovo, che però nel febbraio 1704 deve ancora<br />
vederle, nulla sappiamo dalle poche e successive lettere in cui si parla soprattutto <strong>di</strong> negozi <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni. L'ultima<br />
lettera <strong>di</strong> Marchetti è del 17 luglio del 1704 e gli affari con Magnavacca non poterono proseguire, poiché il<br />
vescovo morì il 2 settembre <strong>dello</strong> stesso anno. In questo quadro si può leggere anche la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> Magnavacca<br />
nel 1709 a vendere ai Grimani, in particolare a Zan Carlo (16481714), che aveva ere<strong>di</strong>tato le famose e ricche<br />
raccolte <strong>di</strong> famiglia, a causa dell'alto prezzo, e nonostante la me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Nicolò Bon, che a queste raccolte<br />
era particolarmente legato. 459) Non sappiamo con certezza se questo accenno sia collegabile a una ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
pezzi della raccolta del nostro, ma data l'epoca questo elemento appare comunque ipotizzabile. Le <strong>di</strong>fficoltà<br />
economiche del principe Carlo Di Ligne o un possibile negozio già combinato con un altro acquirente furono<br />
probabilmente la causa del rifiuto <strong>di</strong> Magnavacca a vendergli la sua serie <strong>di</strong> medaglie greche e siriache, anche<br />
se insistentemente richiesta da questo in <strong>di</strong>verse sue lettere. 460) ueste lettere stesse sono comunque il segno<br />
ben preciso che in questo periodo Magnavacca, senza ere<strong>di</strong> e ormai abbastanza avanti negli anni, aveva preso<br />
la decisione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfarsi della sua raccolta, cosa che avrà potuto fare anche con altri compratori, quale probabilmente<br />
è stato Andre Fountaine, che ebbe modo <strong>di</strong> incontrarlo nel 1702 e nel 1716. 461)<br />
458)<br />
Il negozio con Marchetti era iniziato grazie a padre Sebastiano Resta, non conoscendosi i due <strong>di</strong> persona, si legge tutto in ASBo, FMC,<br />
s. IV, b. 57/717, lett. 86108, <strong>di</strong> Marchetti a Magnavacca, in cui il vescovo <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> conoscere anche Pellegrino Antonio Orlan<strong>di</strong>. Già a partire dal<br />
1698 Magnavacca tentava <strong>di</strong> offrire al vescovo l'acquisto del suo stu<strong>di</strong>o, lo testimoniano gli accenni in due lettere <strong>di</strong> Resta a Magnavacca, lett. 52<br />
53, da Roma, 26 luglio e 21 settembre 1698, in Biblioteca Comunale <strong>di</strong> Correggio [Reggio Emilia], Archivio <strong>di</strong> Memorie Patrie, b. 116, Lettere <strong>di</strong><br />
Padre Sebastiano Resta, vol. I. Il destino delle collezioni <strong>di</strong> Marchetti è ancora una volta la <strong>di</strong>spersione, via che devono aver preso anche le monete<br />
<strong>di</strong> Magnavacca, si capisce dallo smembramento degli album <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni preparati da Resta e acquistati dal vescovo; Resta ebbe problemi con gli ere<strong>di</strong><br />
del suo committtente Marchetti, si deduce dalle lettere e ce lo ricorda L. Sassi, nella sua tesi cit. alla nota n. 275, soprattutto pp. 4755, n. 1.<br />
459)<br />
Collezioni (1988), pp. 8889. La notizia si trova in ASBo, FMC, s. IV, b. 19/679, lett. 146 (senza data) e 161, del principe Di Ligne,<br />
da Venezia, 9 agosto 1709. Il principe Di Ligne si era adoperato come interme<strong>di</strong>ario.<br />
460)<br />
ASBo, FMC, s. IV, b. 19/679, lett. 146163, in particolare lett. 159, del principe Di Ligne a Magnavacca, da Venezia, 14 luglio 1709.<br />
461)<br />
L'arrivo <strong>di</strong> Fountaine a Bologna, mentre viaggia verso Roma è annunciato in ASBo, FMC, s. IV, b. 19/679, lett. 149152, del principe<br />
Di Ligne, da Venezia, dal 15 marzo al 15 aprile 1702: all'inizio <strong>di</strong> aprile era già arrivato a Bologna e Ligne raccomanda a Magnavacca <strong>di</strong><br />
mostrargli il stu<strong>di</strong>o Polazzi, cui certo il nostro aveva privilegiato accesso; sulla via del ritorno verso il nord, viene annunciato in ASBo, FMC,<br />
s. IV, b. 18/678, lett. 66, <strong>di</strong> Francesco Ficoroni a Magnavacca, da Roma, 18 agosto 1702. Sul suo secondo, e più significativo passaggio per<br />
Bologna ve<strong>di</strong> supra l'epistolario con Giovanni Antonio Davia.<br />
274<br />
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