Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />
Raccolte Numismatiche e scambi antiquari a Bologna fra Quattrocento e Seicento Parte II<br />
Andreini, che avvertito dell'arrivo <strong>di</strong> Magnavacca era curioso <strong>di</strong> vedere il suo stu<strong>di</strong>o, che avrebbe portato<br />
con sé, e <strong>di</strong> fare baratti con lui. 377) I negozi <strong>di</strong> Magnavacca con Andreini proseguono nel 1692 e nel 1693,<br />
e così pure il commercio <strong>di</strong> libri con Sebastiano Bianchi. 378) L'informazione è confermata da Zanotti e<br />
dall'estensore del necrologio nel Giornale dei Letterati d'Italia, che vuole che Magnavacca abbia or<strong>di</strong>nato<br />
la raccolta me<strong>di</strong>cea, così come aveva fatto per quella farnese, cosa entro certi limiti plausibile, se si pensa<br />
che secondo Zanotti egli si fermò a Firenze alcuni mesi. 379) Utile fonte su questi baratti si <strong>di</strong>mostra<br />
Sebastiano Bianchi, nei suoi appunti manoscritti: egli racconta <strong>di</strong> aver avuto da Magnavacca, nel maggio<br />
[1690], ben centossessanta medaglie <strong>di</strong> bronzo, sei d'argento, e una d'oro, e dategliene ben 264 in bronzo<br />
e 43 in argento, ma con pezzi <strong>di</strong> particolare rarità, come una Tranquillina <strong>di</strong> metallo battuta in Roma unica<br />
ne' musei d'Italia, e più rara dell'istesso Otone, che a volerla comprare per i contanti non servirebbero 50<br />
doppie: e ci furono molte medaglie con epoca notate nell'opera del P.re M.ro Noris, che mostrò desiderio<br />
che elleno restassero qui: la medaglia d'oro è <strong>di</strong> Vittorino, che tien luogo fra le più rare <strong>di</strong> questo metallo,<br />
e quelle d'argento son tutte singolari per le teste, e per il rovescio. 380) I suoi negozi fiorentini sono documentati<br />
anche da un elenco <strong>di</strong> medaglie possedute ed altre mancanti, e quin<strong>di</strong> ricercate, dal museo Me<strong>di</strong>ceo<br />
che si trova nelle carte magnavacchiane. 381)<br />
Sempre nel 1690 Magnavacca è consultato da Francesco Azzolini 382) per la ven<strong>di</strong>ta della raccolta<br />
<strong>di</strong> monete e cammei <strong>di</strong> Cristina <strong>di</strong> Svezia, per la quale sono stati redatti inventari che la qualificano e<br />
ne rendono possibile la stima <strong>di</strong> 24.000 scu<strong>di</strong>, con promessa <strong>di</strong> un agio del 3% per il me<strong>di</strong>atore del negozio<br />
e precise modalità <strong>di</strong> pagamento. Azzolini è cosciente che si tratta <strong>di</strong> una ven<strong>di</strong>ta non facile, ma confida<br />
nelle capacità del bolognese e intanto dà notizia che Francesco Cameli corregge il testo del catalogo,<br />
383) anche se Magnavacca segnala la presenza <strong>di</strong> errori dei copiatori e Giovanni Pietro Bellori si<br />
rende <strong>di</strong>sponibile per la correzione della stampa. Azzolini precisa che la ven<strong>di</strong>ta dovrà comprendere il<br />
tutto, non volendo scindere la raccolta in <strong>di</strong>verse parti, soprattutto non i pregiati medaglioni.<br />
Magnavacca trova un acquirente interessato al punto che Azzolini andrà a Bologna per incontrarlo.<br />
L'ignoto acquirente contattato da Magnavacca a Bologna non concluse l'affare e l'acquisto fu portato<br />
a termine da Livio Odescalchi nel 1692. 384)<br />
377)<br />
ASBo, FMC, s. IV, b. 22/682, lett. 45, <strong>di</strong> Andreini a Magnavacca, da Firenze, 27 maggio 1690.<br />
378)<br />
ASBo, FMC, s. IV, b. 22/682, lett. 18, <strong>di</strong> Andreini a Magnavacca, da Firenze, 6 giugno 1692, lett. 13, da Firenze, 23 maggio 1693,<br />
b. 18/678, lett. 79, <strong>di</strong> Joseph Narciso, da Firenze, 16 maggio 1693, lett. 101 e 103, <strong>di</strong> Bianchi a Magnavacca, da Firenze, 14 febbraio 1692 e<br />
8 agosto 1693.<br />
379)<br />
ZANOTTI, BCABo, ms. B. 6, c. 283v: L'anno 1690 fu invitato e chiamato dal Sereniss.mo <strong>di</strong> Toscana ove si tratene alcuni mesi, e ben<br />
veduto e regalato dal medesimo per avere scielte le più rare e pregiate medaglie <strong>di</strong> quel vasto stu<strong>di</strong>o, e Giornale dei Letterati d'Italia, t. XXXVI<br />
(1724), p. 291. Si v.a. L. TONDO, Domenico Sestini e il Medagliere Me<strong>di</strong>ceo, Firenze 1990, Accademia Toscana <strong>di</strong> Scienze, Lettere «La Colombaria»,<br />
Stu<strong>di</strong> 96, pp. 303 e 371.<br />
380)<br />
BGUFi, ms. 68/F, c. 254<br />
381)<br />
ASBo, FMC, s. IV, b. 19/679: Nota <strong>di</strong> Medaglie sì d'oro come d'altro met. del Sig.r Sebastiano Bianchi Antiq.rio del S.mo Gran<br />
Duca <strong>di</strong> Toscana.<br />
382)<br />
Francesco Azzolini era erede del car<strong>di</strong>nale Decio Azzolini (m. 1689), già erede <strong>di</strong> Cristina <strong>di</strong> Svezia; ASBo, FMC, s. IV, b. 19/679,<br />
lett. 3841, <strong>di</strong> Azzolini a Magnavacca, da Roma, 15 luglio, 6 agosto, 16 settembre 1690 el'ultima lettera senza data.<br />
383)<br />
Deve certo trattarsi <strong>di</strong> F. CAMELI, Nummi antiqui ex Thesauro Christinae Reginae asservati, Romae 1690, il cui contenuto e sud<strong>di</strong>visione<br />
<strong>di</strong> medaglie e cammei corrisponde alla descrizione delle lettere.<br />
384)<br />
BELLORI (1664, ried. 1976), pp. 1617.<br />
259<br />
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