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Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />

Lucca. Un contesto con monete del X secolo dell'area dell'ex ospedale Galli Tassi<br />

APPENDICE<br />

Documenti per il ripostiglio <strong>di</strong> X secolo 'Toscana 1766'<br />

Due documenti del 1766­1767 consentono, seppure in<strong>di</strong>rettamente, <strong>di</strong> valutare un ripostiglio d'età<br />

ottoniana le cui strettissime parentele con il complesso lucchese - almeno nella componente <strong>di</strong> zecca<br />

italica - possono offrire un punto <strong>di</strong> riferimento per la definizione della circolazione monetaria nella<br />

Toscana della seconda metà del X secolo.<br />

La sequenza degli atti che lo scrivente ha sin qui potuto recuperare non offre alcuna in<strong>di</strong>cazione sulla<br />

località del ritrovamento; come non <strong>di</strong> rado accade, in effetti, il complesso <strong>di</strong> monete emerge con un sibillino<br />

atto della Guardaroba (doc. 1), cui confluivano i materiali archeologici rinvenuti nel territorio granducale<br />

che, in esito al rescritto granducale del 21 agosto 1750, 29) dovevano essere consegnati all'autorità<br />

centrale; la richiesta <strong>di</strong> informazioni del Guardorobiere Wauthier all'antiquario granducale Raimondo<br />

Cocchi 30) viene sod<strong>di</strong>sfatta nel giro <strong>di</strong> qualche mese, e dall'annotazione a margine del documento (doc. 2),<br />

appare con sufficiente chiarezza che l'intero complesso giunto dalla Guardaroba, <strong>di</strong> 119 denari, fu acquisito<br />

al monetiere granducale. Le tracce dell'acquisizione, in effetti, sembrano trasparire anche dall'Inventario<br />

del 1787, redatto dall'antiquario Pelli (doc. 3), che tra<strong>di</strong>sce un singolare 'affollamento' <strong>di</strong> monete<br />

corrispondenti ai tipi descritti dal Cocchi, pur con una riduzione degli esemplari a poco più <strong>di</strong> un quarto<br />

del complesso originale, per una plausibile prassi <strong>di</strong> eliminazione dei 'doppioni' e degli esemplari <strong>di</strong><br />

minor qualità. Giacché la collazione fra i cataloghi novecenteschi del Monetiere del Museo Archeologico<br />

<strong>di</strong> Firenze 31) e l'Inventario del 1787 rivela una sostanziale coincidenza, nelle presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong> denari pavesi<br />

e lucchesi del X secolo, si potrebbe arrivare a concludere che, almeno latamente, il ripostiglio 'Toscana<br />

1766' è ancora in parte 'leggibile' nei fon<strong>di</strong> da pochi anni in gran parte passati al Museo Nazionale del<br />

Bargello, in minima parte (i denari lucchesi: jig. 11) conservati ancora nel Museo Archeologico.<br />

1. Arch. St. Firenze, Guardaroba Me<strong>di</strong>ceo, App. 80, c. 60 r<br />

All'Ecc.mo Sig. Dottor Raimondo Cocchi<br />

Essendo state rimesse a V.S. Ecc.ma n. 119 Monete d'Argento del Regno Italico, Ella si compiacerà<br />

<strong>di</strong> farne un'esatta Descrizione, con accennare la qualità del Metallo, e questa Nota da Lei sottoscritta,<br />

secondo il consueto, verrà registrata nei Libri <strong>di</strong> questa Gen.le Guardaroba al tenore degli Or<strong>di</strong>ni ecc. E<br />

colla mia solita stima mi <strong>di</strong>co (ecc.).<br />

Dalla Guard.ba Gen.le li 19 (novem)bre 1766<br />

2. Arch. Sopr. BAPPASD Firenze (= ex Uffizi), filza 1738­1767, carta non num.<br />

14 aprile 1767 nello Stip. X.1.7.7.9.10.11<br />

Io sottoscr. Antiq.o <strong>di</strong> S.A. Reale ho ricevuto dall'Ill.mo Sig. Giuseppe Wauthier P.mo Guard.<br />

N. 68 monete d'argento del Regno Italico, coniate a Pavia sotto Ugone e Lotario, con nome d'esso<br />

pesano in tutto s. 3 d. 14 g. 18 [= g 102,13, peso me<strong>di</strong>o 1,5P 32)<br />

29)<br />

Per questo p. es. EMILIANI, p. <strong>39</strong>, n. 116.<br />

30)<br />

Sulla sua figura, si veda FILETI MAZZA­TOMASELLO, utile anche per definire la prassi amministrativa degli antiquari granducali.<br />

31)<br />

Le monete pavesi erano inv. 19318­19342; i denari lucchesi al nome <strong>di</strong> Ottone inv. 17566­17551=34951­34956.<br />

32<br />

Secondo l'equivalenza libbra (g. 3<strong>39</strong>,542) <strong>di</strong> 12 once (g 28,295) <strong>di</strong> 24 denari (g 1,1179) <strong>di</strong> 24 grani (g 0,049).<br />

161<br />

http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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