Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />
Fontanamare (Caglìarì). Il relìtto "A"<br />
te sul frammento <strong>di</strong> Fontanamare, non consentono<br />
<strong>di</strong> accettare un tale contenuto. 63) Tuttavia, non ce la<br />
sentiamo <strong>di</strong> scartare una simile identificazione, in<br />
quanto potrebbe trattarsi <strong>di</strong> un riutilizzo o <strong>di</strong> un uso<br />
«anomalo» del contenitore rispetto alla derrata normalmente<br />
trasportata. 64) La cronologia <strong>di</strong> questi<br />
contenitori è al IIIIV sec. d.C. 65)<br />
Tappì<br />
69a-69b. - Due tappi (senza n. inv. - nn.<br />
el. ISL 19 e 20) (jìg. 54), più precisamente sottotappi,<br />
in sughero <strong>di</strong> anforette che, lasciati a secco,<br />
si sono ristretti e deformati.<br />
FIG. 54. - Tappi (nn. el. ISL 19 e 20).<br />
P.D.A.<br />
LE CERAMICHE<br />
Tra il carico del relitto <strong>di</strong> Fontanamare vi è una notevole quantità <strong>di</strong> vasellame in terra sigillata chiara<br />
africana, pochi invece sono per ora i frammenti <strong>di</strong> piatticoperchio a bordo annerito. I primi non corrispondono<br />
comunque ai tipi tra<strong>di</strong>zionali ma a quelle produzioni <strong>di</strong> transizione che hanno caratterizzato<br />
il periodo <strong>di</strong> passaggio tra la seconda metà del III e l'inizio del IV sec. d.C.<br />
Per quanto riguarda la <strong>di</strong>stinzione tra i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> sigillata chiara africana (A, C e D), riteniamo<br />
in<strong>di</strong>spensabile, per maggior chiarezza, attenerci a quelli in<strong>di</strong>viduati per la prima volta dal Lamboglia a<br />
Ventimiglia nel 193840, 66) in quanto le <strong>di</strong>fferenti composizione e colore dell'argilla e della vernice che<br />
63)<br />
Plinio (Nat. Hìst., XXV, 123) ci informa che l'olio veniva utilizzato per sciogliere la resina, da cui la pece deriva.<br />
64)<br />
È ormai chiaro che accettare in modo assoluto l'accoppiamento tra certi tipi d'anfora e determinate derrate non è più possibile. Il relitto<br />
<strong>di</strong> Grado, datato intorno alla metà del II sec. d.C. è, in tal senso, molto in<strong>di</strong>cativo. Su tale relitto, infatti, si è riscontrato che sia in anfore pseudocoe,<br />
impeciate internamente e considerate «vinarie», che in anfore <strong>di</strong> tipo Tripolitana I, non impeciate internamente e considerate «olearie»,<br />
è stato invasato un prodotto a base <strong>di</strong> pesce (DELL'AMICO 1997, pp. 124126).<br />
65)<br />
EAY 1984, pp. 1<strong>36</strong> e <strong>39</strong>3.<br />
66)<br />
La «terra sigillata chiara», è stata così definita dal Lamboglia per la prima volta a Ventimiglia e inquadrata in un sistema <strong>di</strong> classificazione<br />
e <strong>di</strong> cronologia progressiva il più possibile chiaro e comunemente accettabile (LAMBOGLIA 1950). Tali riconoscimento e <strong>di</strong>stinzione della<br />
«terra sigillata chiara» <strong>di</strong>ffusa in Occidente ha proceduto, a partire dal 1941 (LAMBOGLIA 1941, pp. 722; LAMBOGLIA 1958, pp. 257330; LAM<br />
BOGLIA 1963, pp.145212), in forma del tutto in<strong>di</strong>pendente dagli stu<strong>di</strong> già avviati per quelle orientali nel 1933. In realtà, solo gli scavi e i confronti<br />
occidentali hanno consentito <strong>di</strong> datare con sufficiente certezza i tipi fondamentali (A, C e D), che sono anteriori al IV sec. d.C., mentre in<br />
Oriente essi erano stati genericamente confusi con quelli del IV sec. È pur vero che la sigillata chiara orientale <strong>di</strong>ffusa e conosciuta esclusivamente<br />
in Oriente (Late Roman C, Cipriota, Egiziana o affini) forma un gruppo completamente <strong>di</strong>stinto da quelle <strong>di</strong> provenienza occidentale e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ffusione generale me<strong>di</strong>terranea e si sviluppa in forma autonoma, prolungando la sua produzione fino a VII secolo d.C. Per questi motivi fondamentali<br />
il Lamboglia aveva introdotto, e cre<strong>di</strong>amo debbano essere mantenute, la sud<strong>di</strong>visione nelle classi A, B, C, Lucente e D e le osservazioni<br />
<strong>di</strong>stintive già fatte al riguardo. Sarebbe per tanto auspicabile che gli stu<strong>di</strong>osi angloamericani e <strong>di</strong> altri paesi che operano nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />
Orientale si adeguassero ad esse per quanto riguarda i tipi <strong>di</strong> più generale <strong>di</strong>ffusione me<strong>di</strong>terranea.<br />
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