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Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />

Fontanamare (Caglìarì). Il relìtto "A"<br />

re <strong>di</strong>luita e leggermente brillante, a volte maculata, data a pennello su tutta la superficie interna del vaso<br />

e nelle parti più vicine al bordo esterno. La frattura è netta e tagliente.<br />

Le forme della sigillata chiara C sono assai limitate come numero e questo fatto potrebbe <strong>di</strong>mostrare<br />

che esiste una reale uniformazione delle stesse, forse in concomitanza con il fenomeno <strong>di</strong> stasi e <strong>di</strong> irri<strong>di</strong>gimento<br />

inventivo che accompagna la decadenza dell'Impero.<br />

Già nel 1959 si era pensato ad un gruppo <strong>di</strong> fabbriche della terra sigillata chiara A tarda la cui produzione<br />

si avvicinava notevolmente, per la qualità dell'argilla e per vernice e decorazione, a quella della<br />

C. 71) Il Lamboglia, nel 1963, 72) scriveva dell'esistenza <strong>di</strong> forme intercomunicanti fra i tipi A, C e D nel<br />

corso del III sec. d.C. e tale ipotesi fu successivamente ripresa dal Salomonson 73) e dal Caran<strong>di</strong>ni, 74) che<br />

adottarono i termini A/C e A/D. Il Lamboglia aveva pure ipotizzato che nel corso del III secolo le fabbriche<br />

della A tarda non cessarono <strong>di</strong> colpo la loro produzione ma continuarono l'attività subendo<br />

l'influenza delle nuove forme che venivano via via adottate. 75) Egli pensava pure che questa ultima produzione<br />

durasse sino all'età <strong>di</strong> Diocleziano, e forse <strong>di</strong> Constantino, e che per la similitu<strong>di</strong>ne dell'argilla<br />

e della vernice con la sigillata chiara <strong>di</strong> tipo D potessero appartenere ambedue alla stessa cerchia <strong>di</strong> produzione,<br />

pur essendo <strong>di</strong>verse come repertorio <strong>di</strong> forme. 76)<br />

Nella maggior parte dei frammenti <strong>di</strong> sigillata chiara recuperati sul relitto <strong>di</strong> Fontanamare la vernice<br />

presenta il caratteristico aspetto granuloso o cosiddetto a «buccia <strong>di</strong> arancia», tipica della sigillata<br />

chiara A tarda e <strong>di</strong> alcune produzioni della D più antica. Nel nostro caso si tratta <strong>di</strong> tipi interme<strong>di</strong> o <strong>di</strong><br />

transizione sia tra la sigillata chiara A e la C, conosciuta come A/C, intesa come una produzione non<br />

decorata che presenta le caratteristiche <strong>di</strong> pasta e <strong>di</strong> vernice simili alla A ma le forme della C, sia tra la<br />

sigillata chiara A e la D, denominata A/D, per le stesse ragioni <strong>di</strong> cui sopra (jìgg. 55­56).<br />

FIG. 55. - Frammenti <strong>di</strong> vasi in terra sigillata chiara<br />

A/C (salvo il n. 74).<br />

FIG. 56. - Frammenti <strong>di</strong> vasi in terra sigillata chiara<br />

A/D.<br />

71)<br />

PALLARÉS 1959, p. 129.<br />

72)<br />

LAMBOGLIA 1963, pp. 146­147.<br />

73)<br />

SALOMONSON 1968, p.109 e ss.<br />

74)<br />

Ostìa I, pp. 31­34.<br />

75)<br />

Tale fatto, per quanto riguarda la D, viene messo in dubbio dal Tortorella (TORTORELLA 1993, p. 98), che si basa sui ritrovamenti <strong>di</strong><br />

officine, dell'inizio del IV sec. d.C., nella Tunisia settentrionale.<br />

76)<br />

LAMBOGLIA 1974, pp. 123 e 125.<br />

47<br />

http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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