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Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />

Fontanamare (Caglìarì). Il relìtto "A"<br />

Dopo l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> questi tre relitti venne<br />

deciso <strong>di</strong> denominare relitto A quello con il carico <strong>di</strong><br />

sigillata chiara; relitto B quello con le anfore <strong>di</strong> forma<br />

Dressel 20 situato più a nord 4) e relitto C quello con<br />

le anfore repubblicane, scoperto in occasione della<br />

campagna 1972, situato nella zona interme<strong>di</strong>a. La<br />

<strong>di</strong>stanza esatta tra il relitto B e C è <strong>di</strong> m 28, quella tra<br />

il C e il relitto A è <strong>di</strong> m 53. Non vi è dubbio che queste<br />

tre navi si erano infrante sulla scogliera e in parte<br />

insabbiate all'interno della stessa dopo il naufragio.<br />

Venne subito identificato, dal dott. Becchi, il<br />

punto dove, nel 1965, era stato recuperato un pane <strong>di</strong><br />

monete e vari elementi <strong>di</strong> una stadera bronzea. In tale<br />

punto erano ancora visibili piccole concrezioni bronzee<br />

ed erano presenti in superficie alcune monete sciolte.<br />

La prima, generale, impressione fu quella che si<br />

trattasse <strong>di</strong> un campo cosparso <strong>di</strong> frammenti, smossi,<br />

<strong>di</strong> anfore e <strong>di</strong> piatti <strong>di</strong> sigillata chiara (jìg. 6), lungo<br />

30J40 m, largo in me<strong>di</strong>a 8­10 m, situato pressocchè<br />

ortogonalmente alla costa. Sembrava che ai margini <strong>di</strong><br />

tale area i piatti avessero una posizione regolare e che<br />

apparentemente si fossero conservati ancora ìn sìtu. Il<br />

giorno 20 settembre venivano fatte le prime fotografie<br />

<strong>di</strong> insieme (jìgg. 7­8) e <strong>di</strong> dettaglio e la documentazione<br />

grafica (jìgg. 9­13). Questa si limita a semplici<br />

schizzi, eseguiti per la maggior parte da Renzo Ferran<strong>di</strong>,<br />

dai quali risulta che i materiali erano estesi su<br />

un'ampia zona <strong>di</strong> <strong>39</strong> m <strong>di</strong> lunghezza per 9 <strong>di</strong> larghezza.<br />

Verso nord essa appariva interrotta da una appen<strong>di</strong>ce<br />

della scogliera esterna, che si prolunga verso la<br />

spiaggia, mentre verso sud terminava in un campo <strong>di</strong><br />

posidonie che nascondevano ogni cosa. In questo ultimo<br />

punto vi era, ancora ben visibile, molto materiale<br />

spora<strong>di</strong>co, sparso e notevolmente frantumato. Di tale<br />

materiale fu recuperata una campionatura. Altra constatazione<br />

interessante era stata quella del fenomeno<br />

<strong>di</strong> franamento graduale della scogliera, notevolmente<br />

provata dall'effetto idroclastico delle mareggiate, che<br />

spiega la presenza <strong>di</strong> numerosi massi sparsi e il generale<br />

stato <strong>di</strong> frammentazione del materiale.<br />

FIG. 6. - Primo schizzo della situazione dei materiali<br />

del relitto (R. Ferran<strong>di</strong>).<br />

FIG. 7. - Fotomontaggio eseguito lungo l'asse trasversale<br />

del relitto (Archivio ISL).<br />

4)<br />

Già segnalato nella relazione <strong>di</strong> E.Riccar<strong>di</strong> e G. Becchi del 1965.<br />

17<br />

http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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