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Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />

Federica Missere Fontana<br />

gni e medaglie e le collezioni <strong>di</strong> altri nobili inglesi, 466) acquistando parte consistente <strong>dello</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Charles<br />

Patin (ve<strong>di</strong> supra) ed entrando in contatto anche con Magnavacca (1716). 467) un'altra ipotesi è il pittore<br />

inglese William Kent che nel 1714, in viaggio in Italia in compagnia dei gentiluomini Coke e Hubert, aveva<br />

visitato la sua casa e veduto le collezioni del bolognese. 468) Anche la notizia della strada viennese presa dalle<br />

oltre quattromila medaglie data da Apostolo Zeno, secondo cui furono comperate da uno dei Consiglieri <strong>di</strong><br />

questa Reggenza per duemila fiorini, trova una parziale conferma nella notizia dell'acquisto <strong>di</strong> medaglie<br />

(soprattutto in oro e argento) da parte dell'Imperatore nel 1725, Carlo VI d'Asburgo­Austria (1711­1740),<br />

fornitaci da un personaggio contemporaneo e assai vicino a Magnavacca, il padre Pellegrino Antonio<br />

Orlan<strong>di</strong>. 469) Oggi i conservatori del Kunsthistorisches Museum <strong>di</strong> Vienna non hanno comunque alcuna notizia<br />

su questo acquisto. 470) Il Consigliere <strong>di</strong> Reggenza resta ignoto, anche se è possibile fare un'ipotesi: tra<br />

il febbraio 1721 ed il luglio 1724 era infatti Reggente <strong>dello</strong> stato <strong>di</strong> Milano, 471) quin<strong>di</strong> rappresentante a<br />

Vienna, il conte Carlo Pertusati (m. 1755), membro della Società Palatina, possessore <strong>di</strong> una grande e famosa<br />

biblioteca e <strong>di</strong> una raccolta <strong>di</strong> circa 12.000 monete e medaglie.<br />

Della collezione <strong>di</strong> Giuseppe Magnavacca resta comunque una splen<strong>di</strong>da illustrazione nell'album <strong>di</strong><br />

Medaglie <strong>di</strong>ssegnate dal celebre Giacomo Giovannini, Bologn.e et erano nel Museo Magnavacca, oggi<br />

presso il Museo Civico Archeologico <strong>di</strong> Bologna, al cui interno si trova uno stemma che ne in<strong>di</strong>ca l'antica<br />

appartenenza alla famiglia Zambeccari. 472) Giacomo Giovannini (1667­1717) è l'incisore <strong>di</strong> molte tavole<br />

dei volumi sulla raccolta farnesiana del Pedrusi­Piovene e lavorava per Carlo Cesare Malvasia, per cui ha<br />

illustrato i Marmora Felsinea. 473) Egli ha acquerellato e ritoccato in oro tutte le leggende delle 906 medaglie<br />

<strong>di</strong>segnate dando al tutto un tono <strong>di</strong> particolare pregio.<br />

Ancora del vecchio antiquario, scolaro <strong>di</strong> Francesco Cameli e maestro <strong>di</strong> «pratica», restano i <strong>di</strong>retti<br />

<strong>di</strong>scepoli, coloro che hanno imparato a guardare le monete antiche secondo i suoi insegnamenti, e si tratta<br />

- almeno per le nostre conoscenze - del giovane Giovanni Antonio Davia, dell'amico Valerio Polazzi,<br />

del futuro antiquario me<strong>di</strong>ceo Sebastiano Bianchi, del giovane Francesco Bianchini, <strong>di</strong> Giovanni Battista<br />

Cattaneo, e infine <strong>di</strong> Giovanni Battista Bianconi (1698­1781), 474) che ebbe in custo<strong>di</strong>a le Camere <strong>di</strong><br />

466)<br />

Si veda la v. Fountaine Andre, in A. CHALMERS, The General Biographical Dictionary, ne ed., v. XV (1814), pp. 5­6.<br />

467)<br />

Fountaine scambia medaglie d'oro con Giovanni Antonio Davia attraverso Magnavacca, BUBo, ms. 2479, lett. 44­51 (1716): egli partendo<br />

da Venezia per andare a Firenze fa una sosta a Bologna. In queste lettere però non ci sono in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> consistenti ven<strong>di</strong>te da parte <strong>di</strong><br />

Magnavacca, anche se dobbiamo notare che questo non si verifica neppure per la ven<strong>di</strong>ta della serie mezzana al vescovo Marchetti, della quale<br />

il nostro antiquario non fa menzione a nessuno dei suoi corrispondenti.<br />

468)<br />

WILLIAM KENT, Remars by ay of Painting and Arch., ms. Ral. D. 1162 in Bodleian Library, Oford.<br />

469)<br />

BCABo, ms. B. 231, pp. 243­244: Lasciò gran quantità <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni, e <strong>di</strong> pitture, <strong>di</strong> libri, d'anticaglie in bronzo, e sopra tremilla medaglie<br />

antiche, alcune d'oro, e molte altre d'argento, le quali un anno dopo passarono nel Cesareo Museo dell'Augustissimo Imperadore regnante.<br />

470)<br />

Come mi ha gentilmente comunicato il prof. Gnther Dembski, che qui ringrazio.<br />

471<br />

F. ARESE [LUCINI], Le supreme cariche del Ducato <strong>di</strong> Milano e della Lombar<strong>di</strong>a austriaca 1706­1796, in Archivio Storico Lombardo,<br />

Ser. X, v. V (1979­1980, pubbl. 1983), pp. 535­598, p. 555. Sul personaggio si v. L. VISCHI, La Società Palatina <strong>di</strong> Milano, in Archivio Storico<br />

Lombardo, Ser. I, a. VII (1880), f. 3, pp. <strong>39</strong>1­566, pp. 437, 449 e 563 e M. BONA CASTELLOTTI, Collezionisti a Milano nel '700. Giovanni<br />

Battista Visconti, Gian Matteo Pertusati, Giuseppe Pozzobonelli, Firenze 1991, pp. 65­89.<br />

472)<br />

Museo Civico Archeologico <strong>di</strong> Bologna, inv. n. 810, <strong>di</strong>viso in due tomi, su cui MORIGI GOVI (1986), p. 93. Per l' ex ­libris con<br />

stemma Zambeccari si v. DOLFI (1670), p. 719.<br />

473)<br />

[L. CRESPI], Vita del Conte Carlo Cesare Canonico Malvasia, in MALVASIA (1678, ried. 1841), I, pp. XIV­XV. Su <strong>di</strong> lui si v. The Illustrated<br />

Bartsch, v. 43, Ne York, 1982, pp. 269­446 e LODOVICO FRATI, Lettere autobiografiche <strong>di</strong> pittori a Pellegrino Antonio Orlan<strong>di</strong>, in Rivista<br />

d'arte, a. V (1907), f. 5­6, pp. 63­76, particolarmente p. 70.<br />

474)<br />

FANTUZZI, II (1782), p. 189.<br />

276<br />

http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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